Oltre 200mila persone stanno lasciando le loro case dopo l’eruzione del vulcano Kelud, nella zona orientale di Giava, in Indonesia. Un’alta colonna di fumo prodotta dall’eruzione del vulcano è visibile a molti chilometri di distanza e alcuni dei villaggi più vicini al cratere sono stati ricoperti da 4 centimetri di cenere.
Il fumo sta creando gravi problemi anche ai trasporti aerei: i tre aeroporti della regione, compreso quello di Surabaya, distante ben 130 chilometri, sono stati chiusi.
Secondo quanto riportato dal Jakarta Post, l’eruzione del Kelud avrebbe causato, finora, due morti. Un paio di settimane fa, l’eruzione di un altro vulcano indonesiano, il Sinabung dell’isola di Sumatra, aveva ucciso 16 persone, costringendone 14mila all’evacuazione.
Anche alla luce dei tragici eventi di inizio mese, le autorità locali hanno disposto l’evacuazione di tutti i residenti nei 36 villaggi che si trovano nel raggio di 10 chilometri dalla bocca del vulcano.
L’Agenzia per la gestione dei disastri ha riferito come la cenere vulcanica sia stata trasportata, in alcuni casi, fino a 200 km di distanza, investendo anche le città di Surabaya e Yogyakarta che si trovano in una zona di Giava densamente popolata.
L’eruzione è iniziata nella tarda serata di ieri e, secondo i vulcanologi, è probabile che non si ripeta con la stessa intensità. Il Kelud, uno dei 130 vulcani attivi dell’arcipelago indonesiano ha causato 15mila morti dal XVI secolo a oggi: si stima che l’eruzione del 1568 abbia provocato 10mila vittime.
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