
QIBYA, WEST BANK - AUGUST 28: Palestinians gather wiring from Israeli refuse which has been dumped August 28, 2007 near the Palestinian village of Qibya in the West Bank. Tons of Israeli refuse and building waste is being dumped daily on Palestinian farmland in the area due east of Tel Aviv as villagers choose to eke out a living by digging through the rubbish for recyclable metals instead of tending their now-destroyed olive groves that once covered the rocky hillsides. (Photo by David Silverman/Getty Images)
ReMedia nel 2013 ha gestito 42 mila tonnellate di RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) o rifiuti tecnologici, ossia il + 2,9% rispetto al 2012. Il risultato è davvero interessante e dimostra come la macchina della raccolta e dell’avvio al riciclo possa funzionare se tutti accettano di collaborare.
Infatti il consorzio ReMedia che gestisce i RAEE, Pile e Accumulatori (PA), Impianti Fotovoltaici (FV) a fine vita ha avviato al riciclo 34.835 tonnellate di rifiuti tecnologici domestici, 2.542 tonnellate di rifiuti RAEE professionali e 4.260 tonnellate di pile e accumulatori portatili.
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Davanti a queste cifre viene subito da pensare: ma quanta elettronica gettiamo via in Italia? E’ presto detto: ci sbarazziamo di Tv e monitor innanzitutto e la raccolta per il 2013 è stata pari a 17.923 tonnellate; seguono elettronica di consumo, informatica e piccoli elettrodomestici pari a 7.208 tonnellate; gettiamo via apparecchiature per il freddo e per il clima pari a 7.093 tonnellate mentre i grandi bianchi ossia lavatrici, frigoriferi e lavastoviglie sono pari a 2.586 tonnellate; discorso a parte lo meritano le lampadine e lampade e nel 2013 ne sono state raccolte 25 tonnellate facendo registrare un + 25% rispetto al 2012. Le regioni che conferiscono maggiormente rifiuti elettronici sono la Lombardia ( 7.303 tonnellate), l’Emilia Romagna (3.581 tonnellate) e il Veneto (3.108 tonnellate) e le città più riciclone sono Milano ( 2.857 tonnellate), Roma (2.078 tonnellate) e Napoli (1.225 tonnellate).
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In effetti non è proprio giusto gettare via tanta elettronica ma purtroppo la produzione è stretta nella morsa dell’obsolescenza programmata, ossia di un ciclo vita degli oggetti di elettronica programmato per finire entro un determinato range di tempo.
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Spiega Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia
L’incremento dei volumi di raccolta di rifiuti tecnologici è una delle grandi sfide ambientali che l’Italia deve affrontare nei prossimi anni. Una volta recepita la nuova Direttiva europea sui RAEE, dovremo aumentare ancora di più l’impegno per arrivare a raccogliere e smaltire l’85% di RAEE generati entro il 2019. Non dobbiamo dimenticare che i rifiuti tecnologici hanno un valore economico e ambientale: avviarli a un corretto riciclo significa recuperare materie prime, metalli preziosi e terre rare da reintrodurre nel ciclo produttivo, risparmiare energia ed evitare emissioni di CO2.