Il video qui sopra mostra perchè Monsanto è stata votata dai lettori di Natural News come l’azienda più malvagia del 2011.
L’argomento OGM in Italia suscita delle vere e proprie guerre di religione tra i (molti) contrari e i (pochi) a favore. E’ opportuno provare a lasciare da parte le passioni e vedere quali sono i dati relativi agli ultimi due anni.
Come si può vedere dalla curva rossa nel grafico qui sotto, tra il 2000 e il 2012, gli OGM hanno progressivamente conquistato il mercato del mais, passando dal 20 al 90% della superficie coltivata. Crescita analoghe sono riscontrabili anche nella soia e nel cotone, anche se nel 2000 la loro quota OGM era già più alta (1).
Occorre notare però che le rese non sono di fatto cresciute secondo le aspettative: con una superficie OGM doppia nel periodo 2007-2012, le rese sono cresciute solo del 4% rispetto al periodo 2000-2006 (2). Si tratta tuttavia di un aumento che non è statisticamente significativo.(3)
Inoltre negli ultimi anni, il mais OGM non si è mostato particolarmente resistente alla siccità estiva. La situazione è analoga per la soia, mentre per il cotone il trend è leggermente migliore, ma pur sempre basso (6% di aumento tra i due periodi).
E’ invece cresciuto in modo significativo, intorno al 30%, l’uso degli erbicidi, su tutte e tre le colture. Come abbiamo scritto alcuni giorni fa, l’erbicida glifosato è responsabile di una grave patologia renale in alcuni paesi poveri come lo Sri Lanka, El Salvador e il Nicaragua, ed è molto più persistente nell’ambiente di quanto si pensasse.
Una recente ricerca francese mostra inoltre che i più comuni pesticidi sono più tossici per le cellule umane dei soli principi attivi dichiarati; anche gli ingredienti inerti contribuiscono ad aumentarne la pericolosità.
(1) Roughly speaking, esistono due principali categorie di OGM, quelli tolleranti agli erbicidi (HT) che sopravvivono quando i campi sono irrorati di glifosato roundup e quelli naturalmente resistenti agli insetti grazie all’inserimento di un bacillo nel genoma(BT); esistono varietà HT e BT di mais e cotone e solo HT per la soia.
(2) I dati sulle rese provengono dalla FAO, i dati sulla percentuale di OGM e sui pesticidi dall’USDA. L’USDA tace sul tema delle rese globali riportando solo i risultati di studi parziali che sono tendenzialmente favorevoli agli OGM. Tali studi non riflettono però la totalità della produzione, secondo i numeri che invece riporta FAO.
(3) A voler essere pignoli, il trend temporale della resa è pari a 0,04 t/ha anno con un errore di +/- 0,05 t/ha anno, quindi il coefficiente positivo non è assolutamente significativo; R²=0,04, cioè non c’è correlazione e c’è più o meno il 50% di probabilità che l’aumento sia del tutto casuale.
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