Coop e lo scandalo sull’origine estera degli alimenti: ma sul serio credevate fosse tutto italiano?

Il video che vedete in alto fa molto discutere per quanto sia pretestuoso. La storia è questa: la Coop con grande coraggio ha deciso di mostrare ai suoi clienti le vere etichette con la App origini, ossia di dichiarare per iscritto l’origine degli ingredienti che utilizza nei suoi prodotti. In anticipo sulle future leggi in materia di trasparenza. Ad esempio per l’olio di palma la legge entrerà in vigore dal 14 dicembre 2014 e allora tutti scopriremo di cosa è fatta la crema al cioccolato spalmabile più buona al mondo tutta italiana, o le merendine fatte in Italia o i prodotti da forno come i tarallini tipici di molte regioni meridionali o gli snack che ci piacciono tanto.

Ma davvero avete creduto che, con gli accordi internazionali che andiamo a sottoscrivere in giro per il mondo, tutti i prodotti che finiscono sulla nostra tavola sono Made in Italy? Non abbiamo abbastanza grano per produrre la nostra pasta, ce lo ha anche detto Barilla apertamente qualche giorno fa; non abbiamo abbastanza legumi e neanche abbastanza ortaggi. Se proprio vogliamo acquistare Made in Italy, allora mettiamo mano alla tasca e scegliamo o prodotti certificati con marchi D.O.P. o I.G.P o acquistiamo a filiera corta o Km0 dai rivenditori che conosciamo. I prodotti della Grande distribuzione, ossia quelli industriali che vendono nei supermercati e ipermercati: dal latte, al burro ai formaggi, alla carne provengono per la maggior parte dall’estero. Ricordate lo scandalo delle lasagne con carne di cavallo? Anche li il prodotto finale era il risultato di diversi ingredienti provenienti da varie aree e poi assemblati nei paesi in cui avveniva la vendita. Vogliamo poi parlare di come ci penalizza la PAC? o della batosta presa con le quote latte?

Controllate: comprate un pacco di lenticchie di un qualunque marchio italiano e in etichetta scoprirete l’origine, in genere il Canada o gli Stati Uniti; verificate con i fagioli, oppure i piselli secchi. Che dire di mandorle, noci e pistacchi? secondo voi tutti i Bronte?

La polemica di Max Bugani consigliere pentastellato a Bologna, dunque, non fa altro che manifestare la scarsa conoscenza generale che si ha delle filiere dell’agroalimentare. Ma a questo punto suggerisco a Bugani di smetterla con questa propaganda inutile e pretestuosa (ha voglia di vedere gli altri grandi marchi della GDO?) e di occuparsi seriamente di TTIP se proprio tiene al Made in Italy. In breve il TTIP è l’ Accordo di Partenariato Transatlantico che ci porterà in Italia e in Europa il pollo con l’antibatterico e tutti i prodotti delle multinazionali e magari aprirà il varco agli OGM. Che ne dice Bugani: preferisce gli organismi geneticamente modificati?

Ecco la risposta ufficiale della Coop rilasciata sulla pagina facebook:

Ciao a tutti sta girando un video ripreso anche dal blog di Beppe Grillo relativo all’App Origini che permette di verificare la provenienza delle materie prime prevalenti dei prodotti a marchio Coop. Il video che dimostra il funzionamento dell’app, manca però di tutta la spiegazione della campagna che il sito cooporigini.it spiega bene. Infatti il 60% delle materie prime utilizzate sono italiane così come lo sono il 90% dei fornitori. E’ altrettanto vero che pur previlegiando l’origine italiana, non tutto è producibile in Italia, per tanti motivi: disponibilità prodotti, stagionalità, ma anche qualità. Abbiamo quindi pensato fosse meglio comunque avere il coraggio di dire le cose come stanno, e cercare anche di spiegare il perché delle nostre scelte, in ottica di una massima trasparenza verso la gente. Una maggiore informazione avrebbe quindi evitato una lettura sbagliata della nostra campagna.

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Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta

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