L’agricoltura biologica rigenerativa può mitigare i cambiamenti climatici

Secondo il Rodale Institute, l’agricoltura biologica ha il potere di ridurre in modo significativo i cambiamenti climatici riuscendo a immagazzinare in modo efficiente il carbonio nel sottosuolo.

Studi effettuati in varie parti del mondo mostrano infatti che l’agricoltura biologica permette di immagazzinare carbonio nelle terre arabili con un ritmo compreso tra 2,4 e 6,4 t per ettaro per anno.

Se venisse applicata a livello globale questo significherebbe sequestrare una quantità di carbonio  compresa tra 10 e 30 miliardi di tonnellate all’anno, cioè tra il 20% e il 60% delle emissioni di CO2 dell’intera umanità.

Interventi simili sui pascoli permetterebbe un ulteriore recupero di carbonio, fino al 70% delle emissioni. Nell’ipotesi più pessimistica, l’agricoltura biologica potrebbe mitigare le emissioni, mentre in quella più ottimistica potrebbe addirittura invertire la tendenza della CO2 atmosferica.

Bisogna inoltre considerare il fatto che per ogni ettaro passato dal chimico al biologico si ridurrebbero anche le emissioni in atmosfera di gas serra, per cui il contributo sarebbe doppio.

Invece di baloccarsi con improbabili e pericolose tecniche di geoingegneria, è quindi assai più sensato iniziare a praticare una tecnologia semplice, sperimentata, disponibile e senza controindicazioni, qual è l’agricoltura bio. Peccato che chi produce fertilizzanti e pesticidi si trovi dall’altra parte della barricata…

(1) Secondo la definizione del Rodale Institute, l’agricoltura biologica rigenerativa è una sorta di processo autofertilizzante che migliora le risorse che usa invece di saccheggiarle o distruggerle. E’ una pratica agricola che va oltre essere sostenibile, migliorando la fertilità dei suoli. Vengono utilizzati cicli chiusi per i nutrienti, maggiore biodiversità, più piante perenni e meno annuali e maggiore affidamento sulle risorse interne piuttosto che esterne.

Il video mostra esperienze di agricoltura bio in Tamil Nadu, India, mentre i limoni biologici della foto qui sopra sono stati coltivati nella Guyana francese.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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