I due terzi degli americani sostengono la politica del presidente Barack Obama per la riduzione della CO2, che prevede una diminuzione del 30% rispetto al 2005 delle emissioni da parte degli impianti di produzione di energia entro il 2030.
Il sondaggio è stato svolto dall’università di Yale e mostra che il 68% degli intervistati è a favore di una qualche regolazione nelle emissioni; è interessante notare che il sostegno è trasversale, perchè attraversa tutti i partiti politici, anche se è naturalmente più alto tra i democratici (80%) che tra i repubblicani (54%). La decisa ostilità del Grand Old Party alle misure antinquinamento sembrerebbe riflettere più il suo legame con l’industria fossile che l’opinione dei suoi elettori.
Esiste inoltre una maggioranza (64%) a favore di una più stretta regolamentazione degli impianti alimentati a carbone, anche se in questo caso ta gli elettori repubblicani prevale la contrarietà.
Attraverso la regolamentazione delle omissioni Obama realizza il programma annunciato lo scroso anno di un new deal per l’ambiente. Secondo i commentatori di Climate Progress si tratta dell’azione più significativa effettuata da un presidente USA per controllare l’inquinamento.
Le cinquanta centrali a carbone più inquinanti degli USA emettono ogni anno oltre 650 Mt di CO2, pari a una volta e mezza le emissioni italiane.
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