Filippo Gallinella del Movimento 5 stelle sul grano saraceno: video intervista

La polemica sulla proposta di legge del Movimento 5 Stelle sta assumendo oramai toni grotteschi e probabilmente inutili perché un sano dibattito in merito alla necessità di avere prodotti alimentari con alcuni ingredienti italiani al 100% ci sta! In effetti appena qualche mese ma un’altra polemica proprio sull’origine di alcuni ingredienti stranieri e dichiarati in etichetta e dunque legali fu lanciata propria dal tam tam dei social da Max Bugani consigliere pentastellato a Bologna.

In sostanza i pentastellati attaccati per i due refusi grano saraceno al posto di grano straniero e perseguitabili al posto di perseguibili fanno questa premessa:

Negli ultimi anni, il fenomeno della contraffazione agroalimentare – in cui sono falsificate l’indicazione geografica e la denominazione di origine dei prodotti immessi in commercio- è esploso in maniera significativa e spesso incontrollabile, e, danneggiando sia i produttori, che si trovano a operare in un mercato, di fatto,sleale, sia i consumatori, che si illudono di consumare prodotti «made in Italy » ignorando l’effettivo contenuto e la reale provenienza di tali prodotti. Un esempio per tutti: la pasta venduta in Italia è prodotta per un terzo con grano saraceno (ovvero straniero). […] La presente proposta di legge ha quindi l’obiettivo primario di inasprire il contrasto alla contraffazione agroalimentare e,allo stesso tempo, di inserire il reato di contraffazione agroalimentare tra quelli perseguitabili (Ovvero:perseguibili) dal Procuratore nazionale antimafia. Per inquadrare la gravità del fenomeno e quindi capire l’esigenza di questa proposta di legge si può far riferimento immediato all’ultima relazione annuale della Direzione nazionale antimafia, nella quale è stato messo in evidenza come clan camorristici, famiglie mafiose e
’ndragheta siano coinvolti in un fitto intreccio che interessa tutta la filiera agroalimentare: dall’accaparramento dei terreni agricoli alla produzione, dal trasporto allo stoccaggio, all’intermediazione alla fissazione dei prezzi, fino agli investimenti per l’acquisto di catene di supermercati o di centri commerciali.

Il Movimento 5 stelle dopo che la polemica è esplosa sino a divenire grottesca ma di fatto spostando l’asse discussione non più sulla proposta bensì sul folklore ha comunque risposto così:

Ebbene sì, c’è stato un #refuso nella nostra proposta di legge sulla contraffazione alimentare. L’avevamo segnalato agli uffici della Camera oramai un mese fa ma niente da fare: ovunque ci state sottolineando che il #granosaraceno non rovina il made in Italy. E certo, la parola giusta in quella frase è “#straniero” non saraceno. Ma a noi piace guardare i lati positivi: e ovunque si sta parlando della nostra bellissima proposta di legge, che siamo convinti vada nella direzione giusta per la tutela del settore e per questo ci auguriamo che presto sarà calendarizzata e discussa.

La proposta in sé è alquanto confusa, come rileva il Grano Duro di Sicilia, perché in effetti non è chiaro se il grano straniero che viene usato nella pasta italiana vendendola poi come Made in Italy, posto che la legge dei pentastellati passi, divemga poi fuori legge perché considerato frode in commercio oppure se si vogliono inasprire le pene e le ammende per le frodi in commercio così come già il nostro C.P. prevede. Ma a quel punto perché tirare in ballo il grano straniero?

La proposta di legge fu presentata già una volta ma da Lega (Giovanni Fava) e Pd (Luca Sani) nel 2011 e conteneva proprio lo stesso refuso “grano saraceno” e lo trovate a pag.92.

Insomma una legge abbastanza confusa che probabilmente vuole puntare sull’autarchia alimentare che in Italia val la pena dirlo chiaramente non sarà mai possibile per ragioni puramente geografiche: abbiamo una superficie coltivabile poco estesa. Però una domanda seria per il Movimento 5 Stelle io ce l’ho: perché non puntare in Commissione agricoltura a un serio dibattito sul TTIP, il patto commerciale tra Usa e Europa che se approvato sul serio manderebbe all’aria tutto il comparto alimentare Made in Italy.

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta

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