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Gas propano dall’Escherichia coli: un batterio ci salverà?

Un batterio ci salverà? Viene da chiederselo, nella coda di un’estate che non è mai diventata veramente estate e in cui la tempesta ha soffiato forte a est e a sud del Vecchio Continente: in Ucraina, Siria, Iraq, Israele, Palestina, Libia.

La chiave di volta del nostro mondo è, insieme alla salute dell’acqua e della terra, l’approvvigionamento di energia e tutto ciò che può garantire alternative alle risorse fossili è da guardare con interesse e attenzione.

Un batterio pericolosissimo per la salute dell’uomo come l’Escherichia coli potrebbe divenire presto l’elemento principale del propano per il Gpl, fino a ora ricavato da combustibili fossili.

Un team di scienziati dell’Imperial College di Londra ha dimostrato che si può produrre propano dal glucosio utilizzando una versione geneticamente modificata del batterio Escherichia Coli:

Ora possiamo creare un prodotto che fino a ora era disponibile solamente da combustibili fossili e che è chimicamente identico,

ha detto Patrik Jones, il principale autore dello studio pubblicato su Nature Communications.

Nel solo Regno Unito ben 160mila automobilisti si sono convertiti al Gpl. Il Gpl non è soltanto conveniente per il portafoglio, ma il suo utilizzo ha effetti benefici anche sull’ambiente, con emissioni di gas serra fino al 20% in meno di quelle della benzina senza piombo.

Per produrre il propano il team di scienziati ha “dirottato la catena di montaggio” del processo biologico di sintesi degli acidi grassi nell’Escherichia coli, introducendo un gruppo di enzimi nel batterio. Oltre a questo gruppo, denominato tioesterasi, sono stati aggiunti altri due enzimi alla fine di trasformare in propano l’acido grasso.

Produrre benzina o diesel si potrebbe, ma il processo sarebbe molto più elaborato e costoso. Ciò che rende economicamente conveniente il propano è il fatto che possa essere liquefatto e più facilmente trasportato. La sperimentazione va avanti anche sul fronte delle alghe, ma il propano ottenuto dal trattamento dell’Escherichia coli richiede meno energia e meno investimenti.

L’evoluzione della ricerca in questo settore può aprire scenari inattesi ed è da seguire con molta attenzione.

Via | The Guardian

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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