Wwf: in 40 anni dimezzata la popolazione animale

Non arrivano buone notizie dal nuovo Living Planet Report del Wwf. Notizie che riguardano in primis il mondo animale, visto che in circa 40 anni le specie di animali vertebrati sono più che dimezzate. “Le popolazioni di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sono diminuite del 52% dal 1970”. Mentre le specie di acqua dolce soffrono di “un declino del 72%, una perdita quasi doppia rispetto alle specie terrestri e marine”. Perdite che non sono, ovviamente, distribuite in maniera omogenea in tutto il mondo, ma che si concentrano nelle regione tropicali, in particolare quelle dell’America latina.

Ma ce n’è anche per l’uomo, in particolare europei e italiani: se tutta la popolazione del mondo mantenesse uno stile di vita assimilabile al nostro un “solo” pianeta Terra non basterebbe, ne servirebbero 2,6. Questo a causa della nostra impronta ecologica, del nostro stile di vita e di come questo consuma le risorse terrestri. L’impronta ecologica è infatti la misura dell’area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria a rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana e ad assorbire i rifiuti prodotti.

Tutti e 27 gli stati dell’Unione Europea vivono a livelli superiori a quelli che un pianeta può reggere, innanzitutto a causa del consumo di carbone, petrolio, gas naturale e gli altri combustibili fossili. D’altra parte, la nostra “domanda di risorse naturali dell’umanità è oltre il 50% più grande di ciò che i sistemi naturali sono in grado di rigenerare”. Ma in concreto, come si può interpretare questo dato? Basti pensare che si taglia il legname più rapidamente di quanto questo riesca a ricrescere, pompiamo acqua dolce più velocemente di quanto le acque sotterranee riforniscano le fonti e rilasciamo più C02 di quanto la natura possa assorbire.

Risorse che vengono consumate a un ritmo troppo rapido, popolazione animale che diminuisce, d’altra parte noi, gli esseri umani, che cresciamo a un ritmo folle: entro 2100 saremo 11 miliardi. Bisogna agire, insomma, perché le soluzioni possibili non mancano: le aree protette gestite in maniera efficace possono salvaguardare la fauna selvatica e gli studi che si occupano di capire come fornire cibo a una popolazione in aumento senza andare a occupare gli habitat delle specie animali non mancano. Il Living Planet Report è quindi uno strumento, che la politica deve utilizzare. Prima che sia troppo tardi.

Andrea S.

Messa in tasca la laurea in Comunicazione Politica alla Statale, ho iniziato a lavorare saltando da un posto all'altro nelle veci di giornalista, redattore, editor, web-editor, blogger: l'importante è che abbia a che fare con la parola scritta.

Published by
Andrea S.

Recent Posts

Vermi e parassiti nelle patate: l’unico modo per farli uscire ed eliminarli prima di cuocerli

Un parassita minuscolo ma pericoloso minaccia i raccolti di patate e pomodori: ecco come riconoscerlo…

30 minuti ago

Con circa 10 euro risolvi il problema del freddo in casa, ti farà risparmiare in bolletta

Scopri come mantenere il calore in casa senza aumentare i costi: il metodo economico e…

2 ore ago

Allarme ragno violino, sono centinaia gli avvistamenti: cosa fare se si viene morsi e dove cercarli

Il ragno violino non è una specie aggressiva, ma il suo morso può causare reazioni…

9 ore ago

Viaggi con il tuo cane? Attento: scatta la multa fino a 1.734 euro! Rischi grosso

Cresce l’attenzione sulle regole per i viaggi con animali. In particolare, il trasporto del cane…

11 ore ago

Metti insieme questi ingredienti e guarda cosa succede al tuo lavello d’acciaio: non crederai ai tuoi occhi

Scopri la miscela naturale per pulire il lavello d’acciaio: pochi ingredienti, zero graffi e una…

13 ore ago

In Italia c’è un un’oasi segreta, considerata la più bella del mondo: un parco fantastico che si trova a due passi da casa

Il Giardino di Ninfa, vicino a Cisterna di Latina, è aperto solo in primavera ed…

15 ore ago