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Inquinamento, alla maratona di Pechino in migliaia con la mascherina anti-smog

Nonostante la presa di coscienza delle autorità cinesi sui livelli di inquinamento da record, Pechino continua a essere assediata dallo smog. Dieci giorni fa, per la prima volta nella storia del ciclismo, una competizione è stata accorciata a causa dell’inquinamento atmosferico: quella gara era il Tour of Beijing.

Ieri nella capitale cinese si è disputata la trentaquattresima edizione della Beijing International Marathon che ha visto al via migliaia di corridori con le machere anti-inquinamento indosso.

Gli organizzatori avevano avvertito i partecipanti dicendo loro di attendersi una situazione di smog “lieve” o “moderata”, ma l’ambasciata americana a Pechino ha detto che la qualità dell’aria sarebbe stata “pericolosa”.

Secondo una centralina di monitoraggio dell’ambasciata degli Stati Uniti, l’inquinamento avrebbe toccato i 400 microgrammi di polveri sottili per metro cubo, vale a dire una quota sedici volte superiore al limite di 25 microgrammi per metro cubo fissato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Si tratta di una quantità pericolosa per la salute se un essere umano dovesse esservi esposto per un periodo di 24 ore.

Molti atleti hanno rinunciato alla gara a causa del forte inquinamento, per molti la gara verrebbe dovuto essere annullata. Un maratoneta britannico Chas Papa ha scritto su Twitter che è stato in grado di fare soltanto 10 chilometri prima di chiamarsi fuori dalla competizione.

Anche la cinese Gong Lihua che è arrivata terza nella gara femminile ha spiegato come lo smog le abbia creato grandi difficoltà: “Correndo con questo tipo di inquinamento ho percepito di non poter correre bene e il mio corpo è stato molto appiccicoso e umido”.

In prossimità dello stadio lo smog era così intenso da nascondere l’edificio. Un grande disillusione per chi crede che gli sport all’aria aperta facciano bene alla salute.

Via | Bbc

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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