A Gentoo penguin swims in a pool at the Melbourne Aquarium on November 10, 2011. The Aquarium was celebrating the arrival of its first sub-Antarctic Gentoo penguin chicks for 2011, during a breeding season which typically lasting around three months from October to late December with parents sharing the incubation period of their eggs until they hatch after 34 to 36 days. They are the fastest underwater swimming penguins, able to reach speeds of 36 kmh, and are native to many sub-Antarctic islands. AFP PHOTO / WILLIAM WEST (Photo credit should read WILLIAM WEST/AFP/Getty Images)
Un pinguino finto corre sui ghiacci dell’Antartide. Uno studio pubblicato di recente da Nature Methods ha raccontato l’innovativo metodo che Yvon Le Maho e i suoi colleghi dell’Università di Strasburgo hanno utilizzato per studiare i pinguini imperatore: un rover camuffato da pinguino che è risultato talmente realistico da indurre gli animali a socializzare.
Quest’innovazione nel campo dell’etologia rappresenta una svolta rivoluzionaria: fino a oggi, infatti, i ricercatori studiavano i pinguini nel loro habitat marcandoli con dispositivi a radio frequenza, un sistema utilissimo per raccogliere informazioni, ma con un risvolto negativo per la salute dei pinguini: la cattura e la marcatura dei pinguini diventava fonte di stress nel momento del reintegro degli esemplari marcati, con scontri con i membri delle colonie che percepivano gli esemplari reintegrati come “invasori”.
Con i dispositivi a radiofrequenza c’era il problema della vicinanza a un’antenna, problema che non si pone con questo sistema.
Già nel corso del 2010 il team guidato da Le Maho ha munito 34 pinguini reali dell’Antartide con un rilevatore di frequenza cardiaca e dopo avere aspettato che gli animali si riprendessero dallo stress li hanno fatti avvicinare da un umano e da un rover (non camuffato da pinguino). In entrambi i casi il loro battito cardiaco aumentava, maggiormente con l’uomo, mentre il rover, pur suscitando ansia, veniva percepito come un loro simile.
Quando era un essere umano ad avvicinarsi agli animali, diventavano ancora più ansiosi, con un battito cardiaco che accelerava fino a quattro volte rispetto al rover. Nell’esperimento i ricercatori avevano notato come l’agitazione perdurasse fino a quando il rover non si fermava, mentre nell’altra ipotesi l’agitazione non si placava fino a quando l’umano non era sparito dalla loro vista.
Meno agitati erano i pinguini imperatore e a questo punto Le Maho e il suo staff hanno provato a mascherare un rover da pinguino, sia come pulcino che come adulto. E l’espediente ha funzionato alla perfezione visto che quasi tutti gli individui hanno tentato di comunicare con il rover. E a questo punto si è capito che il rover è la soluzione migliore per evitare che i pinguini subiscano una situazione di stress proprio mentre si sta studiando il loro comportamento per preservarne la loro specie.
Via | National Geographic
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