Oggi si celebra per la prima volta il Global Divestment Day, cioe’ la giornata di disinvestimento dalle fonti energetiche fossili. L’obiettivo dei promotori e’ molto chiaro:
Insieme dimostreremo che siamo una vera forza globale in crescita con cui fare i conti. Mentre l’industria fossile spende sempre piu’ denaro per l’espansione dell’estrazione dei combustibili fossili, noi aumenteremo il volume dei nostri disinvestimenti. E continueremo finche’ non vinceremo.
Disinvestire sigifica togliere i propri risparmi da tutti i fondi di investimento che finanziano l’industria petrolifera. Lo possono fare i singoli e le associazioni; in America lo hanno fatto ad esempio le citta’ di San Francisco e Seattle e l’Universita’ di Stanford.
Perche’ disinvestire? Non certo per odio ideologico o politico, ma perche’ l’azione delle multinazionali del petrolio e’ sempre piu’ insostenibile.
Come ecoblog ha documentato quasi due anni fa, esiste il problema del cosidetto carbonio non bruciabile (unburnable carbon). Se si vuole mantenere la crescita della temperatura planetaria entro i due gradi, due terzi delle risorse fossili (petrolio, gas, carbone) devono restare sotto terra.
Sono previsti centinaia di eventi in tutto il mondo e in Italia sono cinque. Due sono venerdi’ 13 a Roma, davanti a Montecitorio (promosso da Legambiente e Italian Climate Network) e in Vaticano, cercando di attrarre l’attenzione del Papa su questo tema. Sabato gli altri tre, a Milano, Reggio Emilia e Crescentone (Bologna).
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