A worker cleans oil from the rocks and beach at Refugio State Beach in Goleta, California, May 22, 2015. The oil company behind a crude spill on the California coast vowed to do the "right thing" to clear up the mess, even as reports emerged of past leaks involving its pipelines. Plains All American Pipeline made the pledge as it said nearly 8,000 gallons of oil had been scooped up, out of some 21,000 gallons believed to have flooded into the ocean near Santa Barbara, northwest of Los Angeles. AFP PHOTO/ MARK RALSTON (Photo credit should read MARK RALSTON/AFP/Getty Images)
23 maggio 2015, ore 17:00 – Nelle scorse ore centinaia di persone erano al lavoro sulle spiagge della zona di Santa Barbara, in California, per ripulirle dal petrolio che le ha invase dopo la rottura di un oleodotto. Si tratta, questo, dell’ennesimo disastro ambientale causato da uno sversamento di idrocarburi, un fatto tanto grave da persuadere il governatore californiano a dichiarare lo stato d’emergenza.
Le spiagge sono state chiuse così come in un ampio tratto di mare è stata proibita la pesca.
“Con una cosa del genere ci possono volere giorni, settimane per cercare di riportare tutto alla normalità e rimettere in sicurezza le spiagge non solo per i turisti ma per l’ambiente marino”
ha spiegato David Mosley, protavoce della guarda costiera di Santa Barbara. La Plains All America Pipeline, proprietaria dell’oleodotto, ha fatto sapere di essere riuscita a recuperare finora 30mila litri dei quasi 80mila finiti in mare.
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La rottura di un oleodotto della Plains All-American Pipeline ha provocato ieri la formazione di un’enorme chiazza di petrolio nell’oceano, nei pressi della spiaggia di Refugio State, a circa una quarantina di chilometri da Santa Barbara, in California.
La perdita è stata notata nella tarda mattinata di ieri da un cittadino che stava percorrendo la strada costiera 101. L’allarme ha portato l’azienda a chiudere immediatamente la conduttura che aveva provocato la perdita, ma il danno era già stato fatto. Secondo un primo rapporto oltre 80 mila litri di petrolio si sarebbero riversati in acqua provocando una chiazza ampia oltre 6 chilometri.
La Guardia Costiera statunitense è impegnata da ieri nel monitoraggio delle operazioni du pulizia, sia sulla costa che al largo, mentre decine di volontari si sono fatti avanti per salvare la fauna coinvolta. Nonostante al momento non si segnalino ufficialmente danni alla fauna selvatica, le drammatiche immagini che arrivano dagli Stati Uniti sembrano dire il contrario.
Ad oggi, sempre secondo i dati ufficiali, sono stati recuperati circa tremila litri di petrolio.
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