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L’inquinamento è vecchio di 400mila anni

L’inquinamento non è un’invenzione dell’età industriale, ma accompagna la storia dell’uomo dall’epoca dell’homo erectus, da un’epoca che si può far risalire a 400mila anni fa.

Sin dalle prime invenzioni tecnologiche l’uomo inizia a inquinare il proprio Pianeta. Come? Con i fuochi per cuocere i propri cibi. La scoperta è stata pubblicata su Quaternary International e si basa sul ritrovamento di quattro denti umani trovati nella grotta di Qesem, in Israele. La straordinaria scoperta ha permesso di capire che i nostri remoti antenati si cibavano di semi e radici e utilizzavano dei rudimentali stuzzicadenti.

Il tartaro è considerato uno dei grandi nemici per la salute dei denti, ma in questo caso si è rivelato un prezioso scrigno di informazioni per archeologi e scienziati: i ricercatori dell’Università Autonoma di Barcellona hanno scoperto nei denti tracce di polveri di carbone dovute all’inalazione durante la cottura dei cibi all’interno dei rifugi.

Il team di ricerca, coordinato da Karen Hardy, ha scoperto che, in ambienti chiusi, i fumi hanno avuto un effetto dannoso sulla salute degli abitanti dei rifugi e possono essere ritenuti come i primi inquinanti della storia dell’uomo.

Fra le altre evidenze emerse nella ricerca vi è anche il fatto che, già durante il Paleolitico, l’uomo macellava la carne, la cucinava e ne utilizzava ogni parte, dal midollo fino alle ossa, come strumenti. Per quanto riguarda l’alimentazione, nei denti sono state trovate tracce di semi e di fibre vegetali, che erano evidentemente parte della dieta quotidiana. Le fibre vegetali più sottili venivano utilizzate per pulire i denti dai residui di cibo. I primi “inquinatori” della storia, insomma, avevano già imparato a pulirsi.

Via | Science Daily

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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