Le alte temperature di questa prima metà d’estate non provocano solamente danni agli allevamenti in campagna, ma hanno conseguenze anche sulla pesca. Coldiretti lancia l’allarme per i problemi alla fauna ittica dovuti all’innalzamento delle temperature che hanno raggiunto i 35° nelle acque vicino alla costa, con la conseguente fermentazione delle alghe che priva l’acqua dell’ossigeno necessario alla vita di pesci e molluschi.
Nelle zone maggiormente interessate dal fenomeno – come le aree lagunari di Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Toscana – le perdite arrivano fino al 40%.
Non è dunque un momento facile per chi vive di pesca, tanto più che, proprio la scorsa settimana, è stato deciso un fermo pesca che per la costa adriatica coinciderà proprio con le settimane a maggior afflusso turistico.
Nell’ultima settimana di luglio, un’ondata di caldo ha travolto i pesci di Orbetello, con ben duecento tonnellate di orate, muggini e anguille della laguna morte in tre giorni per effetto delle temperature intense: i danni finora stimati sono di circa 10 milioni di euro, pari all’80% della produzione ittica della laguna.
Agricoltura, allevamento, itticoltura, sono sempre di più le filiere messe in pericolo dall’aumento delle temperature e dai cambiamenti climatici. E il Governo come affronta la situazione? Con un silenzio degno di Ponzio Pilato.
Via | Coldiretti