[blogo-video id=”161178″ title=”SpaceX – Falcon 9: missione compiuta (VIDEO)” content=”” provider=”youtube” image_url=”https://media.ecoblog.it/2/2ee/maxresdefault-jpg.png” thumb_maxres=”1″ url=”https://www.youtube.com/watch?v=YvQ-BTwI_II” embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTYxMTc4JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSB3aWR0aD0iNTAwIiBoZWlnaHQ9IjI4MSIgc3JjPSJodHRwczovL3d3dy55b3V0dWJlLmNvbS9lbWJlZC9ZdlEtQlR3SV9JST9mZWF0dXJlPW9lbWJlZCIgZnJhbWVib3JkZXI9IjAiIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj48L2lmcmFtZT48c3R5bGU+I21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE2MTE3OHtwb3NpdGlvbjogcmVsYXRpdmU7cGFkZGluZy1ib3R0b206IDU2LjI1JTtoZWlnaHQ6IDAgIWltcG9ydGFudDtvdmVyZmxvdzogaGlkZGVuO3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fSAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTYxMTc4IC5icmlkLCAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTYxMTc4IGlmcmFtZSB7cG9zaXRpb246IGFic29sdXRlICFpbXBvcnRhbnQ7dG9wOiAwICFpbXBvcnRhbnQ7IGxlZnQ6IDAgIWltcG9ydGFudDt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O2hlaWdodDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O308L3N0eWxlPjwvZGl2Pg==”]
Dopo i tre fallimenti messi in fila nei mesi scorsi, l’ultimo dei quali nel giugno di quest’anno, il razzo Falcon 9 della SpaceX – la compagnia fondata dal multimiliardario Elon Musk, lo stesso delle supercar elettriche Tesla – ha finalmente avuto successo, riuscendo quindi a decollare, portare in orbita un carico (11 satelliti) dopodiché il primo stadio del razzo è riuscito a rientrare integro e in verticale alla base. Si tratta, questa, di una novità assoluta, che lo rende teoricamente riutilizzabile all’infinito.
A questo punto, Falcon 9 può aspirare a diventare il rifornitore della stazione spaziale internazionale, che al momento conta sui vecchi Soyuz, ancora affidabili ma che rendono le missioni dipendente dai russi, cosa non troppo gradita.
Il razzo è decollato alle 20.29 della Florida, quando in Italia erano le 2.29. Pochi minuti dopo, il primo stadio è rientrato atterrando in verticale in uno spiazzo di atterraggio a 10 chilometri di distanza da Cape Canaveral.
Il Falcon 9 è in grado di trasportare 13mila chili di carico in orbita bassa e quasi 5mila chili in orbita geostazionaria. Ma la vera innovazione è la possibilità di recuperare il primo stadio dei due che compongono il razzo (e in futuro si pensa alla recupero anche del secondo), cosa che rende estremamente meno costoso il lancio del razzo, visto che fino a oggi ogni razzo di distruggeva al suo rientro sulla Terra.
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