BERLIN - JANUARY 12: Water flows from a bathroom tap January 12, 2007 in Berlin, Germany. (Photo Illustration by Sean Gallup/Getty Images)
Il Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale lancia l’allarme sull’aumento dei pesticidi nelle acque italiane: +20% l’aumento della presenza di pesticidi nelle acque superficiali fra il 2003 e il 2014 e +10% in quelle sotterranee che vengono captate e finiscono nei nostri tubi per gli usi sanitari e alimentari.
Secondo l’Ispra le acque di fiumi, laghi e torrenti contengono pesticidi nel 64% dei 1284 punti monitorati (contro il 57% del 2012), mentre in quelle sotterranee risultano presenti pesticidi nel 32% dei 2463 punti di monitoraggio (erano il 31% nel 2012).
Un campione su cinque in Italia non è soltanto contaminato, ma supera il livello di qualità ambientale. Le acque maggiormente inquinate sono quelle della pianura lombardo-veneta e fra le sostanze maggiormente presenti vi è il glifosato e il suo prodotto di decadimento, l’Ampa. Il glifosato è al centro di una battaglia dei gruppi ambientalisti (Greenpeace in testa) dopo che lo scorso anno l’Oms lo ha dichiarato probabilmente cancerogeno. I sostenitori del suo utilizzo si appellano invece a un dossier dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza ambientale) nel quale il rapporto di causalità fra pesticida e tumori viene definito come “improbabile”. Nonostante le analisi sul glifosato siano state fornite solamente sulle acque superficiali di Lombardia e Toscana, il prodotto è uno dei più presenti.
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L’aspetto più preoccupante è l’elevata diffusione degli inquinanti nelle acque sotterranee: il 7% delle falde acquifere più profonde e impermeabili risulta avere campioni contaminati oltre i livelli di qualità ambientale. E l’aspetto più paradossale è che i dati sulle vendite dei pesticidi hanno fatto registrare un calo del 12% rispetto al 2001, a riprova di come l’inquinamento ambientale sia sempre una faccenda di medio-lungo termine.
Via | Ispra
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