PEKANBARU, SUMATRA, INDONESIA - JULY 11: A view of land clearing for palm oil plantation in Siak district on July 11, 2014 in Riau province, Sumatra, Indonesia. The Nature Climate Change journal has reported that Indonesia lost 840,000 hectares of natural forest in 2012 compared to 460,000 hectares in Brazil despite their forest being a quarter of the size of the Amazon rainforest. According to Greenpeace, the destruction of forests is driven by the expansion of palm oil and pulp & paper has increased the greenhouse gas emissions, pushing animals such as sumatran tigers to the brink of extinction, and local communities to lose their source of life. (Photo by Ulet Ifansasti/Getty Images)
Secondo uno studio condotto da esperti in salute pubblica e in modelli atmosferici delle Università di Harvard e Columbia, i morti legati agli incendi boschivi del 2015 connessi alle deforestazioni del Sudest asiatico sarebbero più di 100mila.
La ricerca, pubblicata su Environmental Research Letters, mette sotto accusa l’industria dell’olio di palma: la deforestazione, infatti, veniva messa in atto per fare spazio alla coltivazione intensiva delle palme da olio, diventate, negli ultimi anni, un pilastro dell’economia indonesiana.
Mentre da più parti l’industria alimentare rinuncia all’ingrediente per non perdere clienti e i sostenitori organizzano una controffensiva mediatica per sminuirne l’impatto ambientale, in Indonesia hanno già fatto un passo indietro decidendo che non verranno incrementate le aree coltivate.
I roghi del 2015 avevano fatto annullare centinaia di voli, obbligato alla chiusura le scuole indonesiane, ma anche quelle della Malesia e di Singapore.
Gli incendi avevano causato 500mila casi di infezione alle vie respiratorie, esponendo 50 milioni di persone ai fumi tossici, 24 ore al giorno per settimane.
Secondo lo studio le morti premature causate dagli incendi sarebbero state 90mila in Indonesia, 6mila in Malesia e 2200 a Singapore.
Nelle zone maggiormente colpite dalle emissioni – Sumatra e il Kalimantan – i livelli di inquinanti dell’indice standard (PSI) hanno toccato il tetto dei 3000, a fronte di una soglia di pericolo fissata a 300.
Via | Environmental Research Letters
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