Volkswagen I.D. Buzz: il mitico Bulli diventa elettrico

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Il Salone di Detroit è il palcoscenico ideale per il lancio del Volkswagen I.D. Buzz, il prototipo di un van a emissioni zero che fa rivivere il mitico Bulli trasformandolo in un pulmino elettrico carico di storia e significato. A settembre, infatti, Volkswagen ha presentato al Salone di Parigi l’auto elettrica compatta I.D. con autonomia fino a 600 chilometri che arriverà nel 2020: quattro mesi più tardi la casa tedesca mette un altro pilastro della sua strategia a emissioni zero con l’I.D. Buzz che rappresenta anche il primo prototipo di Volkswagen in grado di viaggiare in modalità completamente automatizzata, una tecnologia che sarà disponibile dal 2025.

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Volkswagen I.D. Buzz è basato sul pianale modulare per veicoli elettrici MEB, la base di tutti i futuri veicoli elettrici della casa di Wolfsburg, aggiornata in versione XL viste le dimensioni della vettura lunga 4.942 mm, larga di 1.976 mm e alta 1.963 mm. Il passo è lungo (3.300 mm) e la batteria è posizionata al centro nel pianale della vettura abbassando il baricentro e assicurando una ripartizione del peso ottimale. La potenza di sistema di 275 kW/374 CV è fornita da un motore elettrico sull’asse anteriore e uno sull’asse posteriore che contribuiscono ciascuno con 150 kW di potenza.

Dati che consentono un’accelerazione da a 0 a 100 km/h in circa 5 secondi e una velocità massima limitata a 160 km/h. La batteria con capacità fino a 111 kWh si ricarica all’80% nell’arco di 30 minuti grazie al sistema Combined Charging System (CCS) o tramite l’interfaccia induttiva con una potenza di ricarica pari a 150 kW. Oppure è possibile ricaricare la batteria usando una comune presa di corrente oppure le colonnine di ricarica. In alternativa alla trazione integrale, che garantisce una maggiore aderenza su qualsiasi tipologia di terreno, grazie al MEB è possibile dotare l’I.D. Buzz di trazione posteriore fino a 200 kW e batteria di dimensioni leggermente ridotte da 83 kWh.

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Con due bagagliai, otto sedili, Volkswagen I.D. Buzz offre posto in abbondanza per biciclette o tavole da surf e manda in soffitta la classica plancia proiettando le principali informazioni nel campo visivo del guidatore tramite un head-up display AR (Augmented Reality), una tecnologia che proietta immagini generate elettronicamente nello spazio reale. Ulteriori informazioni sono visualizzate su un tablet, che gestisce l’infotainment e la climatizzazione.

Il nome I.D. sta per Identità, Idea, Individuale, Intelligente e Iconic Design. Buzz, invece, ricorda sul piano fonetico la parola “bus” e, sul piano linguistico, il silenzioso “ronzio” del motore. Un silenzio che si apprezzerà maggiormente in modalità di marcia automatizzata I.D. Pilot, in cui il guidatore può ruotare il sedile di 180 gradi in direzione del vano posteriore. Il resto lo fanno scanner laser, sensori a ultrasuoni, sensori radar, telecamere Area View e una telecamera anteriore mentre i dati del traffico sono trasmessi tramite il cloud.

Paolo Sperati

Nato nello sport, cresciuto nel motorsport, ora alle prese con auto e moto di tutti i giorni (o quasi). Laurea in comunicazione internazionale e sociologia passando per le esperienze più disparate: Datasport, Telenova, Eurosport, Infront, Mondiale SBK e Tourist Trophy. Più che la tecnica, che lascio ad esperti ed ingegneri, in un veicolo guardo la funzionalità e i consumi. Meglio se a emissioni zero. Perché la vita e (la Terra) è una sola. Sportivo praticante e problem solver di natura.

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Paolo Sperati

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