[blogo-video id=”171295″ title=”Global warming: scacco matto dai coralli resilienti del Mar Rosso” content=”” provider=”askanews” image_url=”http://engine.mperience.net/cdn/static/img/tmnews/20170621_video_13460565.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”20170621_video_13460565″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTcxMjk1JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PHNjcmlwdCB0eXBlPSJ0ZXh0L2phdmFzY3JpcHQiIHNyYz0iaHR0cDovL2VuZ2luZS5tcGVyaWVuY2UubmV0L0VuZ2luZVdpZGdldC9zY3JpcHRzL3dpZGdldF8xIj48L3NjcmlwdD48ZGl2IGNsYXNzPSJtcGVfd2lkZ2V0IiBkYXRhLW1wZT0ndHlwZT1wbGF5ZXJ8YXBwSWQ9MTl8dGFyZ2V0SWQ9MjAxNzA2MjFfdmlkZW9fMTM0NjA1NjV8cGxheWVyT3B0aW9ucz17ImF1dG9wbGF5Ijoibm9uZSIsImFkdlVSTCI6Imh0dHA6Ly9pYi5hZG54cy5jb20vcHR2P21lbWJlcj0zNzA3JTI2JWludl9jb2RlPXByZXJvbGwtYXNrYW5ld3MteDUwLWRlc2t0b3AiLCJ1c2VJbWFTREsiOnRydWV9Jz48L2Rpdj48c3R5bGU+I21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE3MTI5NXtwb3NpdGlvbjogcmVsYXRpdmU7cGFkZGluZy1ib3R0b206IDU2LjI1JTtoZWlnaHQ6IDAgIWltcG9ydGFudDtvdmVyZmxvdzogaGlkZGVuO3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fSAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTcxMjk1IC5icmlkLCAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTcxMjk1IGlmcmFtZSB7cG9zaXRpb246IGFic29sdXRlICFpbXBvcnRhbnQ7dG9wOiAwICFpbXBvcnRhbnQ7IGxlZnQ6IDAgIWltcG9ydGFudDt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O2hlaWdodDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O308L3N0eWxlPjwvZGl2Pg==”]
Saranno i coralli a salvarci dal riscaldamento climatico?
La domanda potrebbe non essere così ovvia, tantomeno sciocca: nonostante i coralli siano tra gli esseri marini che maggiormente subiscono l’effetto del surriscaldamento delle acque una ricerca israeliana potrebbe permettere di introdurre novità, e un cambio di approccio, al problema, utilizzando il corallo come “arma” contro il global warming.
Su questa ricerca è impegnato il dipartimento di Biologia marina dell’università Bar Ilan di Ramat Gan, un sobborgo di Tel Aviv, la seconda più grande istituzione accademica israeliana. Il professor Maoz Fine, si immerge regolarmente con il suo team di ricerca nelle acqua cristalline del golfo di Eilat, nel Mar Rosso, per studiare da vicino il più corazzato corallo del mondo, in grado di resistere anche al global warming che sta facendo strage delle barriere coralline del pianeta:
“Nel corso degli ultimi 6.000 anni questi coralli sono stati sottoposti a una severissima selezione, evolvendo in acque caldissime. E solo quelli che sono riusciti a superare quella prova sono giunti sin qui, nelle acque settentrionali del Mar Rosso e del golfo di Eilat”
In anni recenti, l’aumento delle temperature e le emissioni di anidride carbonica hanno portato allo sbiancamento e alla morte delle coloratissime barriere coralline degli oceani. A parte quelle nel golfo di Eilat. Ma anche questi coralli al titanio organico non sono invincibili. Fertilizzanti, pesticidi e inquinamento da idrocarburi stanno abbassando la loro resilienza alle alte temperature. Ma mettere in pericolo i coralli può innescare ripercussioni molto gravi su tutto l’ambiente.
“Sono molto importanti come habitat e incubatrici ittici, fondamentali per mantenere in equilibrio l’intero ecosistema”
ha spiegato Jessica Bellworthy, una dottoranda britannica che lavora a Tel Aviv. I coralli vengono utilizzati anche in farmacologia per produrre rimedi nella cura di pazienti affetti da cancro e Aids. Per questo, mentre il pianeta boccheggia nella morsa di una febbre che ha fatto registrare i tre anni più caldi in epoca moderna, i ricercatori chiedono che tutti i paesi che si affacciano sul Mar Rosso mettano in comune le proprie forze nella corsa alla difesa di questi organismi unici e insostituibili.
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