Flamingo: la bici-ambulanza nata dal volontariato

Flamingo è una bici-ambulanza che punta a salvare la vita di tante persone. Non nelle grandi metropoli ma nelle zone rurali dei paesi in via di sviluppo dove le popolazioni faticano a ricevere assistenza sanitaria a causa della presenza di strade difficilmente accessibili. Il progetto nasce dall’idea della giovane designer milanese Marta Alice Fattorossi in collaborazione con il Prof. Francesco Trabucco, docente presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano.

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Un’idea che poi è diventata la sua tesi di laurea in Design & Engineering presso l’ateneo meneghino. Tutto ha origine dall’esperienza di volontariato in India fatta da Marta durante gli studi universitari. Tra i bisogni più urgenti delle popolazioni indiani ce ne era uno in particolare: “Ogni giorno in media 15 persone (di cui 5 bambini) che vivono in isolati villaggi rurali non possono ricevere assistenza medica poiché l’unico mezzo di trasporto sono le due ruote. E allora perché non realizzare una bici-ambulanza?”. Il secondo viaggio le consente di mettere a punto l’intero progetto, che ora è stato finalmente brevettato dal Politecnico. La bici-ambulanza è composta da una sorta di barella a due ruote collegabile a una qualsiasi bicicletta tramite alcuni ganci.

Il nome scelto (Flamingo, fenicottero in Italiano) richiama la posizione tipica del fenicottero con una zampa in su ma l’innovazione sta nella sua adattabilità visto che la bicicletta può essere utilizzata in tre modi: come sidecar, per trasportare il paziente dal luogo dell’incidente all’ospedale; come barella, per il trasporto in condizioni più difficili, e infine come carriola per accedere all’interno dei villaggi o nelle abitazioni. A dare ancor più valore a questo “mezzo” è la struttura low cost: Flamingo, infatti, è progettato per essere prodotta con materiali, risorse e tecnologie facilmente reperibili nei luoghi di utilizzo (tubi, teli in pvc) nel rispetto della cultura e degli usi locali. La semplicità d’uso, l’economicità di produzione e la possibilità di una manutenzione in loco del prodotto sono tra le caratteristiche principali del progetto che si pone l’obiettivo di dare lavoro a personale locale.

Il progetto è lentamente diventato realtà grazie a sponsor e fornitori italiani (nel settore ciclistico i Fratelli Doniselli, Renesto Telai e BiArt) e con il contributo di Social Innovation Teams, una comunità di innovatori e imprenditori sociali che ha realizzato una campagna di crowdfunding e altre attività di fundrasing: “Questo prototipo verrà testato in India e questo ci permetterà di individuare i punti di forza e le criticità del progetto per apportare le opportune migliorie. Successivamente vorremmo far conoscere il nostro progetto a organizzazioni non governative nazionali e internazionali oltre che a enti pubblici e privati” ha spiegato Marta. La giovane designer ha anche scritto un manuale di istruzioni molto semplice e con tante figure perché l’idea è che Flamingo possa essere costruito direttamente nei Paesi in via di sviluppo, in collaborazione con le ong locali.

Paolo Sperati

Nato nello sport, cresciuto nel motorsport, ora alle prese con auto e moto di tutti i giorni (o quasi). Laurea in comunicazione internazionale e sociologia passando per le esperienze più disparate: Datasport, Telenova, Eurosport, Infront, Mondiale SBK e Tourist Trophy. Più che la tecnica, che lascio ad esperti ed ingegneri, in un veicolo guardo la funzionalità e i consumi. Meglio se a emissioni zero. Perché la vita e (la Terra) è una sola. Sportivo praticante e problem solver di natura.

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