NORTH LAS VEGAS, NV - APRIL 19: Las Vegas Astronomical Society vice president of special events Keith Caceres uses computer software connected to his telescope to locate asteroid 2014 JO25 outside the Planetarium at the College of Southern Nevada on April 19, 2017 in North Las Vegas, Nevada. The near mile-long asteroid is traveling at 75,000 mph as it passes the Earth's orbit at almost 1.1 million miles from Earth, less than five times the distance from the Earth to the moon. Astronomers at the Catalina Sky Survey in Arizona discovered the asteroid in May 2014, as part of NASA's Near-Earth Object (NEO) Observations Program. It is a contact binary asteroid (two connected rock lobes that were originally separate) giving it a peanut-like shape and is the closest any asteroid this large has approached Earth since September 2004. (Photo by Ethan Miller/Getty Images)
L’Agenzia Spaziale Europea pensa a un piano di difesa attiva del nostro pianeta dai pericoli provenienti dallo spazio. Uno dei punti del programma messo a punto dalla European Space Agency prevede interventi per ridurre i detriti spaziali, con satelliti più ecologici, e per catturare il maggior numero di quelli esistenti, sviluppando le soluzioni più idonee allo scopo.
La spazzatura, purtroppo, accompagna ovunque la presenza dell’uomo: lo spazio non è stato risparmiato dai rifiuti, anche se in questo caso si tratta di prodotti ad alta tecnologia, frutto della geniale creatività umana. Resta il fatto che pure questi scarti creano inquinamento, rappresentando al tempo stesso un pericolo per le esplorazioni future e…non solo. Necessario, quindi, intervenire, per ridimensionare il problema, passando da una logica più green.
Al tempo stesso l’ESA punta a proteggere il nostro pianeta dai pericoli provenienti dallo spazio, con studi su sistemi di deviazione della traiettoria degli asteroidi pericolosi per la Terra. Una delle tecniche ipotizzate per scongiurare drammi da impatto sarà sperimentata empiricamente nell’ambito della missione Hera. Questi progetti per la protezione dai rischi che giungono dal cielo verranno illustrati e sollecitati nell’ambito della Conferenza Ministeriale ‘Space19+’ di novembre.
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Il piano operativo sta prendendo forma anche in un’altra dimensione, con la nascita di strutture di osservazione, idonee a scorgere i pericoli e ad effettuare una mappatura dei corpi celesti potenzialmente pericolosi, che possono entrare in rotta di collisione con il nostro pianeta.
Il primo gioiello di questa serie è il rivoluzionario telescopio FlyEye, letteralmente “occhio di mosca”, che nel 2020 sarà installato a Isnello, sulle Madonie (Sicilia), per coprire l’emisfero boreale. Un vero capolavoro, finanziato con 20 milioni di euro (7 dei quali stanziati dall’Italia) grazie a un accordo siglato dall’Agenzia Spaziale Europea con quella italiana (ASI). Un altro finanziamento è stato già previsto, per uno strumento analogo da piazzare probabilmente in Cile, per completare la visione dall’emisfero australe. Anche questa è salvaguardia e protezione attiva della natura.
Fonte | Sky
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