ENI e MIT rinnovano la loro collaborazione, per la ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale e delle energie low carbon, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza dei lavoratori e ridurre le emissioni di CO2, attraverso la cattura dell’anidride carbonica e altre tecnologie d’avanguardia.
Con il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston l’intesa di ENI si prolunga nel tempo, estendendo fino al 2023 l’adesione alla MIT Energy Initiative (MITEI), dove il colosso italiano riveste il ruolo di socio fondatore.
I nuovi elementi della partnership riguardano il coinvolgimento di ENI nel Mobility Systems Center, che è il più recente dei Low-Carbon Energy Center del MITEI, e al MIT Quest for Intelligence (MIT Quest), che promuove la ricerca avanzata sull’intelligenza artificiale a beneficio della società.
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Il fruttuoso sodalizio che dal 2008 lega ENI al MIT è testimoniato dalla registrazione di 30 brevetti per invenzioni e tecnologie low-carbon. Una cifra importante, che però non basta a raccontare il successo dei numerosi programmi di ricerca sviluppati nel tempo dai due partner.
Al momento l’impegno è concentrato, fra l’altro, sullo sviluppo di nanotecnologie e materiali per pannelli solari innovativi, leggeri e flessibili, dal grande potenziale per la produzione di energia alternativa, a basso impatto ambientale. Facile intuire come un percorso del genere possa produrre esiti fruttuosi anche per l’Italia, nazione baciata dal sole.
Dal 2018, un ruolo nevralgico nella collaborazione fra ENI e MIT è stato svolto dalla ricerca sull’energia da fusione magnetica (uno degli obiettivi cardine del sodalizio), per il ruolo impattante che questa fonte potrebbe avere nell’ottica della decarbonizzazione dei sistemi energetici globali. La ricerca in tale ambito andrà quindi avanti. Alla stessa stregua, proseguiranno le attività riguardanti la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del biossido di carbonio.
Fonte | ENI
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