
KIEV, UKRAINE - 2019/04/26: The general view of the New Safe Confinement covering the 4th block of the Chernobyl Nuclear power plant during the anniversary. Ukrainians marked the 33rd anniversary of Chernobyl catastrophe. The explosion of the fourth block of the Chernobyl nuclear plant on 26 April 1986 is still regarded as the biggest accident in the history of nuclear power generation. (Photo by Pavlo Gonchar/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)
La Svizzera, in ossequio all’esito di un referendum, ridurrà progressivamente le sue centrali nucleari, per puntare su più sicure energie rinnovabili. Negli scorsi giorni, dopo 47 anni di attività, è stato spento l’impianto di Mühleberg, che era in grado di produrre fino a 2605 GWh di energia l’anno. Ora si passerà al suo smantellamento.
Sono due, su cinque, al momento le centrali nucleari chiuse in Svizzera. Poi toccherà alle altre, quando sarà completo il loro ciclo di vita.
Sulla decisione referendaria, forse, avrà pesato anche il ricordo degli incidenti di Fukushima del 2011 e di Chernobyl del 1986, i cui effetti sull’uomo e sull’ambiente appartengono ormai saldamente ai cattivi ricordi di ciascuno di noi.
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Sono passati 33 anni dal disastro russo, frutto dell’esplosione di un reattore di un impianto a fissione dell’ex Unione Sovietica, poi messo in sicurezza, che produsse migliaia di vittime ed ebbe un impatto catastrofico su ambiente, flora e fauna, con il rilascio nell’atmosfera di elementi radioattivi che abbracciarono tristemente gran parte dell’Europa.
Via | Businessinsider