Gli alti livelli di inquinamento atmosferico hanno causato almeno 17 vittime a Kabul la scorsa settimana. Lo ha riferito il Ministero della Salute dell’Afganistan, che evidenzia la preoccupante situazione dei fumi tossici, fonte di malattie respiratorie. Tanti i ricoveri ospedalieri per complicazioni sanitarie dovute al fenomeno.
Purtroppo l’Afghanistan, devastato dalla guerra, vive un forte gap sul fronte dell’uso delle energie rinnovabili e dei sistemi di riscaldamento sostenibili nel periodo invernale. Questo costringe grandi fette di popolazione della capitale (e non solo) a bruciare immondizia, pneumatici o legna per riscaldarsi. A questa forma di inquinamento si aggiunge quella prodotta dalle emissioni delle vecchie auto, delle centrali elettriche a carbone e di molto altro ancora.
Il quadro, davvero infelice, si completa in peggio per la posizione geografica di Kabul, incastonata a 1800 metri sul livello del mare tra le montagne Hindu-Kush: ciò rende la città più vulnerabile allo smog invernale. Il governo, preoccupato dal numero di decessi e ricoveri, ha lanciato campagne di sensibilizzazione per tamponare, almeno nel breve periodo, quello che si può tamponare.
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Via | CGTN
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