Auto elettriche: autosufficienza delle batterie in Europa nel 2025

L’Europa è sempre più orientata alla mobilità elettrica, così come testimoniano i successi raccolti sul mercato automotive nel corso del 2020. Ed entro il 2025 il Vecchio Continente potrebbe essere addirittura del tutto autosufficiente nella produzione di batterie, un fatto che potrebbe contribuire ad abbattere ulteriormente i costi di queste vetture. È quando suggerisce Maros Sefcovic, il vicepresidente della Commissione Europea.

Il settore dell’elettrico sta ottenendo un gran traino in tutta Europa, grazie anche agli incentivi all’acquisto voluti di vari governi nazionali. La domande cresce stabilmente, non solo perché i cittadini vedono in queste vetture un’alternativa più sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche per la possibilità di risparmiare su carburante e manutenzione. La richiesta in ascesa porterà naturalmente a un’impennata nella domanda di batterie: queste componenti saranno completamente prodotte nel Vecchio Continente. Così ha spiegato Sefcovic, come riporta Il Sole 24 ore:

Sono fiducioso che entro il 2025 l’UE sarà in grado di produrre abbastanza celle di batteria per soddisfare le esigenze dell’industria automobilistica europea e costruire la nostra capacità di esportazione.

A oggi è la Cina il Paese che produce più celle per batterie al mondo: la Repubblica Popolare ha conquistato circa l’80% di tutto il mercato. Ma, sempre come riferisce Il Sole 24 Ore, l’Europa non rimarrà a guardare. In costruzione vi sono già ben 15 impianti, in particolare in Svezia, Germania e Ungheria: queste strutture dovrebbero riuscire a coprire completamente il fabbisogno dei cittadini del Vecchio Continente. Per sostenere la realizzazione di questi impianti, ma anche di tutte la relativa rete di supporto e distribuzione, servono però grandi investimenti. Su questo fronte, Sefcovic ha ricordato come i fondi già resi disponibili per la pandemia da coronavirus – pari a 750 miliardi di euro – possano essere impiegati anche a questo scopo.

Fonte: Il Sole 24 Ore

marcogrigis

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