
Caregiver, adesso puoi andare in pensione prima -ecoblog.it
Nel 2025 restano valide le misure di pensione anticipata per caregiver, lavoratrici e precoci: ecco come funziona APE Sociale, Opzione Donna e Quota 41.
Nel panorama previdenziale italiano, la Legge 104 del 1992 continua a rappresentare un riferimento fondamentale per i caregiver, ovvero coloro che prestano assistenza a familiari con disabilità grave. Anche per il 2025, chi si occupa di un parente non autosufficiente potrà contare su diverse misure di pensionamento anticipato, confermate dalla Legge di Bilancio n. 207 del 30 dicembre 2024. Per l’anno in corso, lo Stato ha stanziato 114 milioni di euro, con un aumento progressivo fino a 135 milioni nel 2030, a sostegno di queste uscite agevolate.
APE Sociale: requisiti, tempistiche e beneficiari
Tra le possibilità più rilevanti per chi assiste un familiare disabile c’è l’APE Sociale, un’indennità mensile erogata dall’INPS. Questa misura consente di lasciare il lavoro a 63 anni e 5 mesi, anticipando di circa quattro anni la pensione di vecchiaia. Possono accedere all’APE Sociale coloro che assistono da almeno sei mesi un familiare con disabilità grave convivente, come previsto dall’articolo 3 della Legge 104.
Il diritto è riconosciuto anche ad altre categorie: invalidi civili con almeno il 74% di invalidità, lavoratori in attività gravose che abbiano svolto mansioni pesanti per almeno sette degli ultimi dieci anni, e disoccupati che non ricevono più alcuna indennità e abbiano perso il lavoro per giusta causa o per la scadenza naturale del contratto.

Per ottenere l’APE Sociale, è obbligatorio presentare domanda di certificazione all’INPS, che verifica il possesso dei requisiti. Le scadenze per il 2025 sono fissate al 31 marzo, 15 luglio e 30 novembre. Rispettare questi termini è essenziale per accedere ai fondi disponibili. L’indennità non è compatibile con altri redditi da lavoro, salvo prestazioni occasionali entro limiti annuali. Il beneficio accompagna il lavoratore fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia ordinaria.
Opzione Donna e Quota 41: le alternative per lavoratrici e precoci
Un’altra possibilità prevista nel 2025 è l’Opzione Donna, dedicata alle lavoratrici che assistono un parente disabile. Per poter accedere, bisogna aver compiuto almeno 61 anni, con una riduzione a 60 anni per chi ha un figlio e a 59 anni per chi ha due o più figli. È inoltre necessario aver maturato almeno 35 anni di contributi.
La convivenza con il familiare assistito deve essere documentata e continuativa da almeno sei mesi. Secondo le indicazioni ministeriali, è sufficiente risiedere nello stesso stabile, anche se in appartamenti distinti. Il primo assegno pensionistico viene erogato dopo un’attesa di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per quelle autonome.
Tra le misure ancora attive c’è anche la Quota 41, pensata per i lavoratori precoci. Questo strumento permette di uscire dal lavoro dopo 41 anni di contributi, a condizione che almeno 12 mesi siano stati versati prima del compimento dei 19 anni. La Quota 41 non prevede un’età minima, risultando utile per chi ha iniziato a lavorare molto giovane, e si applica anche a chi assiste familiari con disabilità grave, in presenza dei requisiti previsti.
In tutte queste situazioni, è consigliabile valutare con attenzione la propria posizione contributiva e familiare, così da individuare l’opzione più vantaggiosa. Una consulenza presso un patronato o un esperto previdenziale può aiutare a orientarsi tra le varie possibilità e evitare errori che potrebbero compromettere l’accesso alle misure. Il 2025 si conferma un anno chiave per chi, dopo anni di lavoro e cura, può finalmente accedere a un uscita anticipata dal mondo lavorativo, senza perdere i diritti maturati.