Vaccino anti-Covid di AstraZeneca, arrivano i primi risarcimenti: ti spettano 7mila euro al mese per tutta la vita, non perderti questa opportunità

Vaccino anti-Covid di AstraZeneca, arrivano i primi risarcimenti - ecoblog.it
La Commissione medica di Padova riconosce il legame tra il vaccino AstraZeneca e la sindrome di Guillain-Barré: primo caso di indennizzo ufficiale in Italia.
Il caso arriva da Padova: un uomo di 70 anni, dopo aver ricevuto il vaccino Vaxzevria prodotto da AstraZeneca, ha sviluppato la sindrome di Guillain-Barré, una patologia neurologica rara. Dopo mesi di accertamenti, la Commissione medica ospedaliera ha confermato la presenza di un nesso causale diretto tra il vaccino e la patologia. Si tratta di una decisione che apre nuovi scenari legali e medici per chi, in seguito alla somministrazione del vaccino, ha riportato danni irreversibili alla salute. Il paziente ha ottenuto un assegno mensile di 6.400 euro, riconosciuto come indennizzo vitalizio.
Il legame tra il vaccino Vaxzevria e la sindrome neurologica
Il vaccino AstraZeneca, basato su vettore virale, era stato inizialmente approvato per prevenire i casi più gravi da Covid-19. Il suo impiego, in Italia, è stato oggetto di continue revisioni: prima per soggetti sotto i 55 anni, poi riservato agli over 60, infine sospeso e infine autorizzato di nuovo con nuove restrizioni. Con il tempo, sono emerse reazioni avverse, in genere lievi: febbre, mal di testa, dolori muscolari. Ma non sono mancati effetti gravi, seppur rari: trombosi, shock anafilattici, e, nei casi più estremi, sindrome di Guillain-Barré (GBS).

La GBS è una malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso periferico. Provoca formicolii, perdita di forza, fino ad arrivare a paralisi e compromissione della respirazione. Secondo la rivista The Lancet, in Europa si stimano da 1,2 a 1,9 casi ogni 100.000 abitanti. I picchi d’incidenza si registrano tra i 15 e i 35 anni, e nella fascia tra 50 e 75 anni. L’AIFA ha più volte invitato alla massima attenzione per chi mostra segnali neurologici entro poche settimane dalla vaccinazione. Riconoscere per tempo questi sintomi può fare la differenza.
Nel caso del settantenne ferrarese, la diagnosi è arrivata dopo un progressivo peggioramento clinico. La Commissione medica ha esaminato la documentazione sanitaria, confermando che la causa era riconducibile alla vaccinazione. Da lì, il riconoscimento del diritto all’indennizzo, sulla base della legge 210/1992, che tutela chi riporta lesioni permanenti a seguito di trattamenti sanitari obbligatori o raccomandati.
Come ottenere l’indennizzo in caso di danni da vaccino
In Italia, chi subisce danni a seguito di una vaccinazione ha due strade percorribili: l’indennizzo e il risarcimento. L’indennizzo è previsto dalla legge 210/1992, modificata con il Decreto Legge 4/2022. Non serve dimostrare colpa, ma è necessario provare il danno irreversibile e il legame con il vaccino. Il risarcimento, invece, si basa sull’articolo 2043 del Codice Civile e richiede la dimostrazione di responsabilità.
Per presentare la domanda, è necessario rivolgersi alla ASL di riferimento, allegando tutta la documentazione medica, comprese diagnosi, esami e relazioni specialistiche. Il caso di Padova diventa ora un precedente: il riconoscimento del legame tra AstraZeneca e GBS potrà agevolare le valutazioni su casi simili in futuro. Il consiglio è di affidarsi a esperti legali in diritto sanitario, per evitare errori procedurali e ritardi burocratici.
Il settantenne, oggi costretto su una sedia a rotelle, rappresenta il primo caso ufficiale in cui un paziente ha ottenuto un indennizzo riconosciuto dallo Stato per questa patologia legata a un vaccino Covid. La cifra mensile assegnata – 6.400 euro – riflette la gravità della disabilità. Ma soprattutto conferma un principio: quando il danno c’è, il diritto alla tutela non può essere negato.