
Bevi una bibita zuccherata al giorno? Il nuovo studio svela il rischio nascosto - www.ecoblog.it
Secondo uno studio pubblicato su JAMA, il consumo regolare di bevande zuccherate aumenta il rischio di tumori del cavo orale nelle donne, indipendentemente dal fumo o dall’alcol.
Negli ultimi anni la comunità scientifica ha più volte lanciato l’allarme sui danni legati al consumo di bevande zuccherate, non solo in relazione al peso corporeo o al rischio metabolico. Ora, un nuovo studio condotto dall’Università di Washington a Seattle mette in luce un collegamento diretto tra questo tipo di consumo e l’insorgenza di tumori del cavo orale nelle donne. Pubblicata sulla rivista JAMA Otolaryngology–Head & Neck Surgery, la ricerca mostra come bere una o più bibite zuccherate al giorno possa aumentare in modo significativo il rischio oncologico in una zona del corpo finora raramente associata a queste abitudini alimentari.
I risultati arrivano dopo un monitoraggio durato trent’anni su un campione di 162.602 donne. E sebbene i tumori alla bocca siano storicamente più comuni negli uomini, il dato che emerge è chiaro: le donne che consumavano regolarmente una o più bevande zuccherate al giorno avevano una probabilità quasi cinque volte superiore di sviluppare questo tipo di neoplasia rispetto a chi ne beveva meno di una al mese.
Il ruolo delle abitudini alimentari nella diffusione dei tumori orali
In Italia vengono diagnosticati ogni anno circa 4.000 nuovi casi di tumori alla bocca, con un’incidenza media di 7 casi ogni 100.000 abitanti. Gli uomini restano i più colpiti, ma negli ultimi decenni l’incidenza tra le donne è cresciuta, parallelamente alla diffusione del fumo nella popolazione femminile. Secondo AIRC, il tabacco resta un fattore di rischio primario, ma il recente studio americano apre un altro fronte: l’alimentazione.
Il team guidato da Brittany Barber ha infatti evidenziato che il rischio oncologico si manteneva elevato anche tra le donne che non fumavano e non bevevano alcol, suggerendo che lo zucchero, in particolare quello presente nelle bevande industriali, possa avere un ruolo autonomo nello sviluppo del tumore.

Non è la prima volta che gli zuccheri raffinati vengono collegati a forme tumorali: nel tempo è emersa una relazione con carcinomi gastrointestinali, come quello del colon-retto. Ma è la prima volta che un legame così netto viene rilevato con le neoplasie orali, ponendo l’attenzione su un tipo di consumo spesso sottovalutato nella popolazione generale.
Le raccomandazioni sanitarie e la necessità di ulteriori verifiche
Sebbene i dati siano significativi, gli autori dello studio sono cauti: la ricerca si è concentrata solo su donne e sarà necessario capire se la stessa correlazione si verifichi anche negli uomini. Resta poi da chiarire il meccanismo biologico preciso che porta dallo zucchero all’insorgenza del tumore, un passaggio ancora oscuro ma cruciale per confermare la validità dell’associazione.
Nel frattempo, le raccomandazioni dell’OMS rimangono valide e attuali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di limitare gli zuccheri liberi — quelli aggiunti ai cibi o naturalmente presenti in miele, succhi, sciroppi — a meno del 10% dell’apporto energetico giornaliero, con una soglia ideale intorno al 5%. Per intenderci, significa non più di 25 grammi al giorno, ovvero circa 6 cucchiaini di zucchero.
Lo studio americano rafforza l’idea che la prevenzione oncologica debba partire anche dalla tavola, e non solo da comportamenti come smettere di fumare o ridurre l’alcol. La quantità di zuccheri che ingeriamo, soprattutto in forma liquida, può essere più pericolosa di quanto si creda.