
Acqua in bottiglia, il rapporto definitivo: la migliore costa pochissimo ecoblog.it -ecoblog.it
Analisi Altroconsumo su 21 marche: tracce di TFA in molte acque minerali, solo tre risultano prive. Focus su rischi PFAS e richieste di limiti più severi.
L’acqua minerale in bottiglia continua a essere un prodotto largamente consumato in Italia, ma non è esente da problematiche legate alla contaminazione ambientale. Recenti analisi condotte da Altroconsumo su 21 tra le marche più diffuse nel mercato italiano hanno evidenziato la presenza di sostanze chimiche pericolose, in particolare il TFA (acido trifluoroacetico), un composto appartenente alla famiglia dei PFAS, noti come “inquinanti eterni” per la loro persistenza nell’ambiente.
Il test ha coinvolto etichette provenienti da diverse aree italiane, includendo anche una referenza francese delle Alpi. I risultati hanno mostrato che la maggior parte delle acque minerali analizzate contiene tracce di TFA, con sole tre eccezioni: Blues Sant’Antonio (Eurospin), Conad Valpura e San Benedetto Eco Green Benedicta, che risultano prive di questa sostanza.
L’indagine di Altroconsumo: contaminazione diffusa e classifica delle acque minerali
Blues Sant’Antonio di Eurospin si è distinta per qualità e convenienza, conquistando il titolo di Migliore del Test e Miglior Acquisto con un punteggio di 71 su 100. Altre acque con valutazioni positive sono:
- S. Bernardo naturale, con 67 punti e qualità buona;
- Conad Valpura, con 66 punti, apprezzata anche per il prezzo e l’assenza di TFA;
- Vera, con 65 punti;
- San Benedetto Eco Green Benedicta, con 64 punti.

Sul versante opposto, sono stati rilevati giudizi insufficienti per marchi noti come Panna, Esselunga Ulmeta, Maniva, Saguaro (Lidl), Levissima, penalizzata sia per la presenza di TFA che per un eccesso di arsenico, e Fiuggi, che ha ricevuto critiche per l’impatto ambientale dell’imballaggio e livelli elevati di arsenico.
Nonostante la contaminazione diffusa da TFA, 11 etichette su 21 hanno ottenuto una valutazione complessiva positiva, grazie all’equilibrio nella composizione, alla ridotta presenza di altri inquinanti e a un occhio di riguardo verso l’ambiente.
Il TFA (acido trifluoroacetico) è un sottoprodotto dei PFAS, sostanze chimiche utilizzate in numerosi processi industriali e agricole, come pesticidi e materiali fluorurati. La loro caratteristica principale è la persistenza ambientale, con tempi di degradazione che possono durare decenni.
Ad oggi, non esistono limiti europei definiti per la concentrazione di TFA nelle acque minerali. Altroconsumo ha quindi confrontato i dati con il limite europeo per i PFAS totali nelle acque potabili, fissato a 500 nanogrammi per litro. Le conoscenze sugli effetti sanitari del TFA sono ancora limitate, ma gli studi indicano potenziali danni al fegato e al sistema riproduttivo, analoghi a quelli di altre sostanze della stessa famiglia. L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha annunciato una revisione della valutazione scientifica sul TFA, con una nuova opinione prevista per il 2026.
Alla luce di questi risultati, Altroconsumo ha avanzato precise richieste alle autorità italiane ed europee:
- Divieto di produzione e uso dei PFAS;
- Introduzione di un limite specifico per il TFA nelle acque minerali, basato su evidenze scientifiche aggiornate;
- Mantenimento della soglia attuale per i PFAS totali, che includa il TFA, fissata a 500 ng/l.
Federico Cavallo, responsabile Public Affairs di Altroconsumo, ha sottolineato come la presenza di sostanze potenzialmente dannose in prodotti di largo consumo come l’acqua minerale rappresenti un serio motivo di preoccupazione. Ha inoltre evidenziato che il problema dei PFAS non è isolato, poiché la presenza di arsenico in alcune marche testimonia un inquinamento più ampio che richiede controlli costanti.
Dall’altra parte, la Federazione Mineracqua, che rappresenta le aziende produttrici di acque minerali naturali e di sorgente, ha contestato duramente l’indagine di Altroconsumo. Ettore Fortuna, consigliere delegato e vicepresidente, ha definito “approssimative” le modalità con cui sono stati presentati i risultati, sottolineando che la sicurezza dell’acqua minerale è garantita da una rigorosa filiera di controlli che coinvolge ASL, ARPA e università, con verifiche continue dalla sorgente al prodotto finito.
Mineracqua ha inoltre precisato che, attualmente, in Italia non esistono limiti normativi per il TFA nelle acque potabili, e ha definito fuorviante e allarmistica la comunicazione di Altroconsumo riguardo a “livelli eccessivi” di TFA. Per quanto riguarda metalli come arsenico, manganese e nichel, la federazione ha rimarcato che i valori riscontrati rientrano nei limiti di sicurezza stabiliti dalla normativa. In particolare, ha puntualizzato che arsenico e alluminio non sono metalli pesanti e che il manganese è un elemento essenziale per la salute.
Infine, Mineracqua ha chiarito che la presenza di nitrati nelle acque non deve essere automaticamente interpretata come indice di contaminazione umana, poiché i nitrati sono componenti naturali presenti in tutte le acque, derivanti dalla presenza di vegetazione e dal ciclo naturale del terreno.