
Il potentissimo vulcano del Mediterraneo esploderà nei prossimi anni - ecoblog.it
Gli studiosi hanno individuato una camera magmatica mai rilevata prima vicino a Santorini: i dati fanno pensare a una possibile eruzione nei prossimi secoli.
Nel cuore del Mar Mediterraneo si nasconde una concentrazione impressionante di vulcani sottomarini. Solo tra il Mar Tirreno e il Canale di Sicilia ne sono stati censiti circa 70, tra cui il Marsili, il Vavilov, il Palinuro e quelli situati al largo di Pantelleria e Sciacca. Queste strutture geologiche, difficili da raggiungere e studiare, rappresentano una minaccia costante e in parte ancora poco compresa. Tra i vulcani più pericolosi in assoluto c’è quello legato all’isola di Santorini, in Grecia. In passato questa caldera ha scagliato in mare e in aria circa 3 miliardi di metri cubi di lava, cenere e rocce incandescenti, provocando uno degli eventi eruttivi più devastanti conosciuti nell’antichità. Non a caso, Santorini viene considerata dagli esperti come un luogo a rischio costante, un punto delicato dell’intera area mediterranea.
La storia eruttiva di Santorini
L’arcipelago delle Cicladi, nel Mar Egeo, ospita circa 220 isole, tra cui la celebre Santorini, visitata ogni anno da oltre 3 milioni di turisti. Dietro la sua bellezza, però, si nasconde una natura fragile e pericolosa. Tra il 1627 a.C. e il 1600 a.C., una gigantesca eruzione fece collassare il cratere centrale e provocò un tsunami che distrusse la civiltà minoica. Secoli dopo, nel 726 d.C., un’altra esplosione lanciò migliaia di detriti e riversò nuove colate di magma.

La potenza eruttiva di Santorini è testimoniata dalla caldera di Kameni, al centro dell’isola, che durante le sue fasi più violente ha espulso enormi quantità di materiale. Anche se l’ultima eruzione risale al 1950 e fu di intensità ridotta, i vulcanologi sottolineano che l’attività vulcanica non si è mai del tutto fermata. Per questo la zona resta monitorata con costanza.
Il vulcano Kolumbo e la nuova camera magmatica
A pochi chilometri da Santorini, circa 8 km a nord-est, si trova il Kolumbo, un vulcano sottomarino dal diametro di 3 km e con un cratere largo 1,5 km. È considerato uno dei più pericolosi del Mediterraneo. La sua ultima eruzione, datata 1650, generò un’onda anomala di 12 metri che uccise 70 persone. Da allora, il vulcano sembra dormire, ma le apparenze potrebbero ingannare. Negli ultimi decenni i ricercatori hanno registrato terremoti ricorrenti, fuoriuscite di gas tossici e segnali di attività fumarolica. Studi recenti hanno permesso di individuare, grazie a nuove tecnologie di rilevazione, una camera magmatica mai osservata prima, situata nelle profondità sotto il Kolumbo. Gli scienziati hanno notato che questo serbatoio di magma sta lentamente crescendo, segno che la pressione al suo interno aumenta con il passare del tempo.
Secondo i vulcanologi, il Kolumbo potrebbe tornare a eruttare entro i prossimi 150 anni, con conseguenze potenzialmente devastanti per la Grecia e per l’intero bacino del Mediterraneo. L’attività sismica e la presenza di nuove sacche di magma confermano che il vulcano non è affatto spento, ma solo in una fase di accumulo. Gli esperti ricordano che, sebbene l’ultima grande esplosione risalga a 400 anni fa, i segnali attuali vanno interpretati con attenzione. La combinazione di gas, movimenti tellurici e crescita della camera magmatica suggerisce che il Kolumbo potrebbe tornare a manifestarsi con un’eruzione simile a quella che nel XVII secolo colpì violentemente l’area.