Una barriera corallina nascosta nel cuore dell’Italia: dove ammirarla e perché è così speciale - ecoblog.it
Un ritrovamento eccezionale nel Canyon Dohrn rivela un ecosistema sommerso di coralli bianchi e fossili millenari: un tesoro nascosto nel cuore del Mediterraneo.
“Vedi Napoli e poi muori”, scriveva Goethe, alludendo alla bellezza sconvolgente del capoluogo campano. Eppure, alle meraviglie visibili di questa città — dal Vesuvio ai vicoli dei Quartieri Spagnoli, fino al mare che la abbraccia — se ne aggiunge oggi una nascosta, antichissima e sorprendente: una barriera corallina scoperta a 500 metri di profondità nel Golfo di Napoli, che potrebbe offrire nuove chiavi di lettura sulla storia del nostro mare.
Il ritrovamento, avvenuto durante una missione scientifica condotta dal CNR a bordo della nave Gaia Blu, ha rivelato la presenza di una scogliera sottomarina nel Canyon Dohrn, un’area poco esplorata e ricca di biodiversità. È la prima volta che un ecosistema di questo tipo viene documentato nel tratto di mare napoletano, e la scoperta è stata accolta con grande entusiasmo dalla comunità scientifica internazionale.
La scoperta nel Canyon Dohrn
Durante la spedizione, i ricercatori hanno utilizzato un sottomarino a controllo remoto per esplorare i fondali. Le immagini hanno mostrato una parete verticale lunga circa 80 metri e ricoperta da strutture coralline larghe oltre due metri. I campioni prelevati appartengono alle specie Desmophyllum pertusum e Madrepora oculata, conosciute come “coralli bianchi”, organismi che vivono in acque fredde e prive di luce, dove la vita prospera in silenzio da migliaia di anni.
Oltre ai coralli bianchi, sono stati osservati anche coralli neri, coralli solitari e diverse specie di spugne, insieme a resti fossili di ostriche e coralli antichi, testimonianze di un passato geologico remoto. “Ci siamo trovati davanti a un paesaggio sommerso incredibile,” hanno spiegato i ricercatori, “una vera foresta di pietra viva che racconta la storia naturale del Mediterraneo come poche altre formazioni conosciute”.

La scoperta ha un valore che va ben oltre la meraviglia estetica. Questa barriera corallina profonda rappresenta una rarità per il Mar Mediterraneo e un laboratorio naturale per studiare la resilienza degli ecosistemi marini. Secondo il team di ricerca, la struttura corallina del Golfo di Napoli potrà aiutare a comprendere meglio l’impatto delle attività umane sulle profondità del mare e contribuire a sviluppare strategie di tutela e restauro ambientale.
Il Canyon Dohrn è oggi uno dei siti pilota dei progetti europei Life Dream (coordinato da Federica Foglini, CNR-Ismar) e REDRESS (guidato da Roberto Danovaro dell’Università Politecnica delle Marche). Entrambi i programmi mirano a ripristinare le barriere danneggiate e proteggere gli habitat profondi da pesca intensiva, inquinamento e riscaldamento globale.
In un’epoca in cui i mari soffrono per l’acidificazione e la perdita di biodiversità, scoperte come questa sono un segnale di speranza: dimostrano che, anche dove l’uomo non arriva, la natura continua a resistere e a generare meraviglia.
Le altre barriere coralline d’Italia
La barriera corallina di Napoli non è l’unica del nostro Paese, ma è sicuramente la più profonda. Nel 2019, un altro gruppo di studiosi dell’Università di Bari scoprì una barriera corallina nel mare di Monopoli, a circa 50 metri sotto la superficie e a due chilometri dalla costa. Le due formazioni sono profondamente diverse: quella pugliese si sviluppa in acque più calde e illuminate, dando vita a coralli dai toni aranciati e violacei, mentre quella napoletana cresce nel buio e nel freddo, formando sculture bianche e imponenti.
Entrambe, però, raccontano la ricchezza nascosta dei nostri mari e confermano il ruolo dell’Italia come crocevia naturale di specie e habitat straordinari. A volte basta guardare più a fondo per scoprire che la bellezza di Napoli non finisce mai alla superficie del mare: continua, silenziosa e misteriosa, nelle sue profondità.
