Errori gravi nella raccolta differenziata: tubetto del dentifricio e non solo, confondiamo tutto - ecoblog.it
Dalla plastica all’alluminio, i piccoli sbagli quotidiani che mandano in tilt il riciclo e rendono vano l’impegno di tutti.
Ogni mattina, milioni di italiani aprono il bidone della raccolta differenziata con la convinzione di fare la cosa giusta. Eppure, dietro un gesto così semplice, si nasconde una giungla di regole, simboli e materiali spesso indecifrabili. Il risultato? Errori continui che compromettono l’intero processo di riciclo.
Il caso più emblematico è il tubetto del dentifricio: sembra di plastica, ma non lo è del tutto. All’interno contiene residui metallici o strati di alluminio che rendono impossibile il riciclo se gettato intero nella plastica. Un piccolo errore, ma con grandi conseguenze: quel rifiuto, una volta nel centro di selezione, può contaminare l’intero lotto.
La confusione nasce anche da un paradosso tutto italiano: ogni Comune adotta regole leggermente diverse. Ciò che a Milano va nella plastica, a Napoli finisce nell’indifferenziata. Un sistema frammentato che, invece di aiutare, disorienta. Ma con un po’ di attenzione – e conoscendo i materiali – è possibile evitare gli sbagli più comuni.
Cosa sbagliamo (quasi) tutti i giorni
Il motivo principale degli errori è la composizione mista dei materiali. Molti oggetti sono “ibridi”: capsule del caffè, blister delle medicine, confezioni di merendine con strati di alluminio e plastica. Ecco qualche esempio concreto per capire dove spesso si inciampa.
Il tubetto del dentifricio, come anticipato, è un falso amico del riciclo. Se è in plastica morbida ma con interno argentato, va nell’indifferenziato. Solo i nuovi tubetti “monomateriale” (se contrassegnati dal simbolo PET o PE) possono andare nella plastica.
Le lentine usate non vanno nel WC: rilasciano microplastiche che finiscono nei mari. Devono essere buttate nell’indifferenziato, mentre il blister va separato – alluminio da una parte, plastica dall’altra.
Le capsule del caffè, quelle in alluminio vanno raccolte separatamente o nei punti di ritiro specifici (molti brand li offrono gratuitamente). Quelle compostabili possono invece finire nell’umido, ma solo se certificate.
I gusci di frutta secca e noccioli, molti li buttano nell’indifferenziata, ma in realtà vanno nell’organico: sono biodegradabili e perfetti per il compost domestico.
Le reti per frutta e verdura, quelle sottili, che contengono cipolle o patate, sono di plastica e non vanno buttate tra i rifiuti misti.
Le bottiglie e contenitori sporchi, vanno prima lavate. Anche il riciclo ha bisogno di pulizia. Una bottiglia d’olio non sciacquata può rovinare l’intero carico di plastica. Bastano pochi secondi sotto l’acqua per fare la differenza.

La raccolta differenziata non è solo un dovere civico, ma un gesto quotidiano che richiede attenzione e consapevolezza. Ogni errore domestico, moltiplicato per milioni di abitazioni, diventa un ostacolo enorme per gli impianti di riciclo.
La buona notizia è che le informazioni ci sono, basta consultare i siti dei Comuni o le app dedicate come Junker o DoveLoButto. Strumenti semplici, gratuiti e aggiornati che eliminano ogni dubbio in pochi secondi.
Il segreto, alla fine, è uno solo: non agire per abitudine. Ogni confezione merita un piccolo controllo, ogni dubbio una verifica. Perché la differenziata funziona davvero solo se la facciamo bene, tutti, ogni giorno, con la stessa cura con cui proteggiamo ciò che amiamo di più: l’ambiente in cui viviamo.
