La NASA registra un lento oscuramento della Terra: la luce riflessa dal pianeta sta diminuendo - ecoblog
Dai satelliti della NASA arriva un dato che inquieta gli scienziati: qualcosa, nel modo in cui la Terra riflette la luce del Sole, sta cambiando
Per quasi un quarto di secolo, un satellite della Nasa ha osservato la Terra dall’alto, registrando ogni sfumatura di luce riflessa dal nostro pianeta. È un lavoro costante e impercettibile, che raramente finisce sulle prime pagine. Eppure, negli ultimi anni, qualcosa in questi dati ha iniziato a muoversi in una direzione inattesa. Una direzione che preoccupa gli scienziati, perché racconta una storia che fatichiamo ad accettare.
Le ultime analisi mostrano infatti un trend che sembra uscito da un racconto distopico: la Terra sta diventando più scura. Non si tratta di un fenomeno visibile a occhio nudo, né di un cambiamento improvviso. È piuttosto un lento spegnersi, un calo quasi impercettibile nella capacità del pianeta di riflettere la luce del Sole nello spazio. Un segnale sottile, ma che, se confermato, potrebbe avere implicazioni enormi per il clima globale.
Per ora gli scienziati invitano alla cautela. Ventiquattro anni di osservazioni non sono abbastanza per parlare di una trasformazione irreversibile. Però bastano per accendere un campanello d’allarme: qualcosa nel delicato equilibrio energetico della Terra si sta rompendo, e i dati mostrano una tendenza che non possiamo permetterci di ignorare.
Un pianeta che riflette sempre meno luce
A rivelare questo comportamento anomalo sono i dati del programma CERES della NASA, che misura quanto calore e quanta luce la Terra rimanda nello spazio. In condizioni normali, una parte della radiazione solare viene subito restituita grazie a superfici chiare come neve, ghiaccio, nuvole e deserti. Questa capacità si chiama albedo: è, in pratica, lo “specchio” naturale del pianeta. Il problema? Questo specchio si sta opacizzando. L’albedo è diminuita soprattutto nell’emisfero nord, e il ritmo a cui accade si sta accelerando. Significa che il pianeta assorbe più energia di prima e ne riflette meno. Come se la Terra avesse abbassato l’interruttore della sua luminosità.

E non è un dettaglio tecnico: è un vero circolo vizioso. Più calore significa più scioglimento dei ghiacci; più scioglimento dei ghiacci significa meno superfici bianche; meno superfici bianche significa ancora meno luce riflessa… e più calore trattenuto. Un meccanismo che si autoalimenta e rende difficile invertire la rotta.
Gli scienziati hanno analizzato a fondo questo fenomeno e sono arrivati a una conclusione altrettanto preoccupante: persino le nuvole, che di solito funzionano come un grande regolatore del bilancio energetico globale, stanno perdendo efficienza. Soprattutto nell’emisfero nord, dove vivono la maggior parte degli esseri umani e dove le attività industriali sono più intense.
Le nuvole dovrebbero aiutare a ridistribuire la luce solare e mantenere una certa simmetria tra gli emisferi. Ma qualcosa nella circolazione atmosferica sta cambiando: più vapore acqueo, più calore trattenuto, meno neve stagionale e una copertura nuvolosa che non riesce più a “compensare” gli squilibri. L’atmosfera e gli oceani, normalmente in grado di riequilibrare l’energia, appaiono ora meno capaci di farlo.
Che la Terra si stia “oscurando” potrebbe sembrare un fenomeno astratto, quasi poetico. Ma nella realtà è un indicatore diretto del cambiamento climatico. Un pianeta che riflette meno energia è un pianeta che si riscalda più velocemente. E se questo accade soprattutto al Nord, lo squilibrio climatico tra le due metà del globo rischia di aumentare, modificando stagioni, correnti e dinamiche meteorologiche in modi difficili da prevedere.
