 
                Bottiglie di plastica, attenzione ai tappi: sbagliare la raccolta può costarti caro - ecoblog.it
Questi piccoli oggetti si smaltiscono male, ma possono trasformarsi in risorse se trattati nel modo giusto
Ogni giorno milioni di tappi in plastica finiscono nei sacchi della differenziata insieme alle bottiglie, senza che nessuno si chieda se sia giusto o no. Si tratta di un gesto automatico, spesso fatto per abitudine. Eppure proprio quei piccoli dischetti colorati, che sembrano insignificanti, hanno una composizione diversa rispetto alla plastica delle bottiglie e dovrebbero seguire un percorso separato. In molti comuni italiani non è ancora chiaro cosa farne: si buttano insieme? Si tolgono? E cosa succede dopo? Capirlo significa anche imparare a riciclare meglio, con un impatto reale sull’ambiente e sulla collettività.
I materiali diversi, il riciclo separato e l’impatto nascosto dietro un semplice tappo
La prima cosa da sapere è che bottiglie e tappi non sono fatti dello stesso materiale. Le bottiglie sono in PET, un polimero trasparente, resistente, ma con un ciclo di riciclo ben preciso. I tappi invece, quasi sempre, sono in PE o in HDPE, plastica più densa e opaca, adatta alla pressione e agli urti. Se si lasciano attaccati, i due materiali vengono lavorati insieme e il risultato è un misto di difficile lavorazione. Gli impianti devono separarli, spesso manualmente o con sistemi meccanici che rallentano la filiera.

Un tappo pesa pochi grammi, ma se moltiplicato per milioni di pezzi cambia tutto. Basta pensare che per produrre 1 kg di HDPE servono 1,75 kg di petrolio. Recuperare anche solo una tonnellata di tappi significa risparmiare risorse reali, ridurre le emissioni e non sprecare materie prime. Non è solo teoria: 400.000 tappi valgono circa 150 euro in riciclo. Alcune aziende li acquistano a peso per rigenerarli, creare nuovi prodotti, o reimmetterli nella filiera industriale.
Poi ci sono le campagne di raccolta solidale, attive in tante scuole e associazioni. I tappi vengono raccolti in contenitori dedicati e venduti. Il ricavato? Finisce in progetti concreti: acquisto di carrozzine, sostegno a persone disabili, cure mediche, infrastrutture in paesi poveri. Un gesto piccolo, ma che ha attivato in tutta Italia una rete fatta di volontari, studenti, famiglie, e chiunque voglia contribuire. Chi partecipa spesso non lo fa solo per l’ambiente, ma per sentirsi parte di qualcosa che ha un impatto visibile, che unisce gesto quotidiano e solidarietà.
Dalla creatività al riuso: i tappi diventano oggetti utili e giochi per bambini
Oltre alla raccolta differenziata, i tappi di plastica si prestano a numerosi progetti di riuso creativo, soprattutto nelle scuole e nei laboratori educativi. Non servono strumenti complicati: colla, fantasia e una manciata di colori bastano a trasformare un tappo usato in un oggetto originale. Ci sono insegnanti che li usano per creare alfabeti tattili, famiglie che li incollano per realizzare tende da esterno, gruppi scout che li trasformano in giochi didattici.
Molti li impiegano per costruire braccialetti, collane o portachiavi, unendo colori diversi per creare piccole collezioni personalizzate. Qualcuno li usa addirittura per sostituire bottoni su cappotti o zaini, soprattutto nei contesti scolastici o nei corsi di cucito. C’è chi li incolla su tavole di legno o cartone per creare sottobicchieri, tappetini da bagno, oppure pannelli decorativi per pareti o mobili. Ogni tappo è diverso, ha una tonalità unica e una forma che può diventare parte di un mosaico.
Non serve essere artisti. Spesso queste attività sono occasioni per educare bambini e adulti al rispetto per l’ambiente e al valore del riuso. Usare un tappo in modo intelligente significa togliere un rifiuto dalla filiera e dargli una seconda vita. Ma anche insegnare ai più piccoli che il riciclo non è solo un obbligo, ma può diventare un atto creativo, divertente e concreto.
La raccolta dei tappi, se fatta con costanza e metodo, aiuta anche a mantenere puliti gli spazi comuni, ridurre il volume dei rifiuti domestici e sensibilizzare chi non si è mai posto il problema. Ecco perché, anche se si tratta solo di un tappo, sapere dove buttarlo e cosa farne fa davvero la differenza.

 
                 
                