Cronaca ambientale
Multa a Shell di 1.1 milione di dollari per aver violato il Clean Air Act in Alaska
L’EPA multa la Shell con 1.1 milione di dollari per aver violato i permessi del Clean Air Act durante le estrazioni di petrolio e gas in Alaska
Dopo le ispezioni dell’EPA, United States Environmental Protection Agency, risulta che l’Agenzia federale ha rilevato e documentato le violazioni durante i due mesi della stagione di perforazione nel 2012 gestiti dalle navi-piattaforma Discoverer e Kulluk a Chukchi e nel mare di Beaufort al largo di North Slope in Alaska.
La Shell ha accettato di pagare una sanzione 710 mila dollari per per le violazioni della Discoverer e una pena di 390 mila dollari per le violazioni della Kulluk. EPA ha rilasciato i permessi della Clean Air Act alla Shell nei primi mesi del 2012. I permessi riguardano i limiti di emissione, i requisiti di controllo dell’inquinamento e di monitoraggio dei registri, relazioni sulle navi e le loro flotte di supporto dei rompighiaccio, navi antiversamento e navi di approvvigionamento.
Non è la prima volta che negli Stati Uniti sono elevate multe salate ai produttori di petrolio. Già nel 2010 la BP pagò una multa da 15 milioni di dollari per l’inquinamento causato dalle raffinerie in Texas e per la stessa raffineria nel 2005 pagò una penale da 50 milioni di dollari dopo un incidente che causò la morte di 15 persone e oltre 170 feriti.
C’è da aggiungere che Shell è al centro di una campagna mediatica da parte delle associazioni ambientaliste, Greenpeace in testa, che si stanno battendo affinché proprio le esplorazioni e le trivellazioni in Artico da parte di Shell non siano messe in atto. Dopo lo stop dovuto a cause tecniche sul finire del 2012 le attività sono riprese quest’anno. Greenpeace per il prossimo 15 settembre propone la #pedalatapolare in 75 città nel mondo, 25 paesi e 6 città italiane per fermare le trivellazioni Shell in Artico, fragile ecosistema che contribuisce a governare con i suoi ghiacci il clima del Pianeta.
Via | EL