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Cronaca ambientale

Greenpeace: desecretare i dossier sui rifiuti

Greenpeace chiede di rendere pubblici più di seicento fascicoli segretati dall’ultima Commissione parlamentare d’inchiesta sul traffico dei rifiuti

Dopo la desecretazione del verbale, datato 1997, dell’audizione di Carmine Schiavone presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti si è scatenata una sete di verità che spesso è andata erroneamente a braccetto ad una sequela infinita di sospetti, accuse, rivendicazioni.

Carmine Schiavone è un “pentito” che con le parole ci ha costruito una carriera (da camorrista prima e pentito poi), più volte le sue dichiarazioni sono state smentite dai fatti e dalle indagini, come invece altre volte i riscontri di indagine alle sue parole hanno permesso di scoprire discariche abusive che, forse, sarebbero ancora sconosciute ai più.

Altrettanto certo è che le rivelazioni dei verbali di Schiavone non aggiungono nulla al lavoro di cronisti e magistrati che, negli anni, hanno prodotto pagine e pagine di inchieste e verità, libri, atti processuali, scoperchiando un vaso di Pandora che soltanto una volta vuoto ha visto l’intervento dell’Ufficio di Presidenza della Camera. Nessuna colpa o responsabilità particolare, ma vale la pena contestualizzare per dare una lettura più chiara del quadro rappresentato dai rifiuti in Campania.

Una proposta seria, che già sta raccogliendo adesioni e attestati di stima, l’ha fatta invece Greenpeace, chiedendo ai presidenti di Camera e Senato di desecretare tutti gli oltre seicento verbali dell’ultima commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti coperti dal segreto parlamentare: migliaia di pagine e testimonianze che nemmeno deputati e senatori possono consultare.

Altrettanti sarebbero gli atti coperti da segreto nelle due precedenti legislature, in buona parte prodotti grazie all’apporto dei due servizi di intelligence italiani, l’Aisi e l’Aise, mentre innumerevoli sarebbero gli atti di corrispondenza tra l’intelligence, il Copasir e la Commissione (navi dei veleni o navi a perdere, Ilaria Alpi, la morte di Natale de Grazia, Somalia, Niger); una letteratura corposa e sconosciuta, una vera “Bibbia degli orrori ambientali” di questo Paese che preferisce dimenticare, nascondere, piuttosto che aprire la propria mente alla consapevolezza, nella società delle conseguenze.

“La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ha raccolto una mole considerevole di atti e testimonianze che, sebbene non decisivi a livello giudiziario, ha contribuito a far luce su errori, omissioni, trascuratezze che hanno segnato il percorso pressoché impunito di individui che, in base a molti indizi, tracce e riscontri obbiettivi, apparivano come elementi di una rete di trafficanti che percorrevano i diversi sentieri del contrabbando di sigarette e di armi, di tecnologie avanzate e rifiuti, con solide basi e referenti finanziari all’estero.”

si legge nella lettera inviata a Grasso e Boldrini, firmata dal direttore esecutivo di Greenpeace Giuseppe Onufrio. I misteri sono effettivamente tanti e continuano a crearsene di nuovi, ogni giorno, ogni ora, ad ogni camion, ad ogni fusto tossico-nocivo che viene prodotto, non solo in Italia: basti pensare ai rifiuti che ogni giorno produce la città di Roma, sulle cui quantità e modalità di smaltimento il torbido è assoluto.

Proprio in questo senso, anche Massimiliano Iervolino dei Radicali ha espresso, in un comunicato stampa, il suo plauso all’iniziativa:

“Intorno al traffico illecito di rifiuti tossici e radioattivi continuano ad esserci fin troppi segreti. […] Seppur tale documentazione non sarebbe decisiva a livello giudiziario lo è invece per far conoscere ai cittadini italiani questo capitolo così oscuro della nostra storia. Proprio come è accaduto con i verbali dell’audizione di Carmine Schiavone che, sebbene non abbiano rilevato nulla di nuovo, hanno avuto il merito di rimettere all’ordine del giorno un problema grave ed irrisolto come quello della “terra dei fuochi”. Anche per questo è essenziale appoggiare l’iniziativa di Greenpeace che, come direbbe Marco Pannella, segue quella direzione utile ad affermare il diritto umano alla verità.”

Via | ilmanifesto

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