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Cronaca ambientale

Petrolio nell’Artico, prove di catastrofe ambientale

Primi test per prevenire disastri petroliferi nell’Artico, dove il riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacci incentivano nuove trivellazioni offshore.

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Un gruppo di ricerca composto da alcuni scienziati finlandesi sta conducendo uno studio per comprendere gli effetti di un disastro petrolifero nell’Artico, dove insistono numerose trivellazioni offshore. L’intenzione è comprendere a fondo gli effetti di uno sversamernto di greggio intrappolato sotto la superficie della banchisa artica:

“Uno sversamento di greggio in queste regioni rappresenta un problema molto difficile. […] Lastre di ghiaccio spesse mezzo metro se vengono spezzate si mischiano sempre più con il petrolio. Per questo stiamo cercando una procedura per utilizzare nella bonifica anche le eliche del rompighiaccio opportunamente indirizzate”

ha spiegato Rune Hogstrom, direttore delle operazioni di ricerca. Il riscaldamento globale e il progressivo scioglimento dei ghiacci infatti ha incentivato nuove trivellazioni in zona artica e quindi la questione prevenzione è sempre più pressante: quando il greggio viene disperso nel mare viene solitamente aspirato in superficie o bruciato con l’impiego di materiali chimici, ma nell’Artico le squadre di recupero potrebbero essere costrette a fare i conti con un’oscurità totale, violente tempeste e grandi lastroni di ghiaccio alla deriva. Con la melma petrolifera che si mischia con il ghiaccio spezzato dal rompighiaccio.

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