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Cannabis depenalizzata dalla Wada: non è (quasi) più doping

L’Agenzia Mondiale Antidoping innalza la soglia da 15 a 150 nanogrammi/millilitro: così ci saranno l’80% di positività in meno

La Wada, l’Agenzia Mondiale Antidoping depenalizza la cannabis e lo fa in maniera piuttosto eclatante, spostando l’asticella della positività dai 15 ai 150 nanogrammi/millilitro. Via libera a canne e spinelli fino alla vigilia della gara.

La decisione, per certi versi rivoluzionaria, è stata presa con qualche mese di anticipo sulla conferenza mondiale antidoping che si terrà a Johannesburg dal 12 al 15 novembre e che riscriverà il codice in vigore negli anni à successivi, quello che sarà in vigore, tanto per fare un esempio, ai Mondiali di calcio e alle Olimpiadi brasiliane del 2014 e del 2016.

Decuplicando il quantitativo di cannabis sopra il quale scatterebbe la positività, verrebbero cancellati l’80% dei casi di positività.

La precedente soglia era una restrizione troppo severa: il rischio era quello di punire e sanzionare anche chi avesse fumato uno spinello due settimane prima della gara, dunque, senza nessuna finalità dopante. Ora, con questo nuovo limite, gli atleti dovranno stare attenti e astenersi dalle canne a 24-48 ore dalla gara. Nessun problema per i fumatori passivi che erano già ampiamente al sicuro visto che un’inalazione involontaria si attesta solitamente fra i 2-3 nanogrammi/millilitro.

La mossa della Wada è fondamentalmente “economica”: meglio investire sui fronti del passaporto biologico e del doping genetico che saranno i nodi principali del contrasto agli sportivi che frodano. Continuare a cercare la cannabis al cospetto di pratiche come quelle genetiche (che possono portare alla morte a causa di gravi forme virali) sarebbe come cercare la classica pagliuzza con una trave nell’occhio…

Da tempo diverse federazioni chiedevano la cancellazione del divieto vigente dal 1999. Ora il via libera.

 

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