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Novara per la difesa del clima e dell’energia sostenibile

Con l’adesione al Patto dei Sindaci e l’approvazione del PAES, la città di Novara (così come diversi altri comuni italiani) si impegna a ridurre le emissioni di CO2 e in consumi di energia e ad aumentare la quota di energia rinnovabile

Il Patto dei Sindaci è un accordo europeo che coinvolge 4700 città e 170 milioni di abitanti per avviare buone pratiche nel campo della sostenibilità. I comuni aderenti si impegnano infatti entro il 2020 a:

  • ridurre almeno del 20% le emissioni di CO2;
  • ridurre almeno del 20% le emissioni di CO2;
  • aumentare del 20% la quota di energia rinnovabile.

Anche la città di Novara è entrata nel club dei virtuosi avendo aderito al Patto lo scorso anno ed avendo approvato ieri il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), cioè la roadmap per raggiungere gli obiettivi assegnati dall’UE.

Per poter quantificare la riduzione, occorre naturalmente predisporre un inventario di base delle emissioni.Sulla base dei consumi energetici della popolazione, nel 2011 la città di Novara aveva emissioni pari a 550000 tonnellate all’anno, cioè 5,3 tonnellate pro capite (1).

La riduzione minima è quindi di 110000 t ed è stato preso un impegno di riduzione pari a 125000 t, pari cioè al 22%. L’obiettivo non è particolarmente elevato, ma realistico ed è sempre rivedibile al rialzo qualora le circostanze lo permettessero.

Come si vede dal grafico a torta qui sotto, i due settori in cui si intende ottenere i maggiori risparmi sono quelli della mobilità (45%) e quello residenziale (40%).

Si tratterà di potenziare il trasporto pubblico e la mobilità ciclabile, con corrispondenti limitazioni alla circolazione delle auto in centro: una scommessa non facile da vincere, date le scarse risorse di cui dispongono oggi i comuni.

Si tratterà inoltre di sostenere attività di efficientamento energetico degli edifici privati, sia attraverso una revisione del regolamento edilizio, sia attraverso la promozione e la diffuzione di buone pratiche.

Il settore pubblico darà il buon esempio contribuendo per il 10% alla riduzione (mentre incide solo per il 6,6% sulle emissioni), soprattutto attraverso l’efficientamento degli edifici scolastici, la sostituzione delle vecchie caldaie e l’installazione di illuminaizone a LED.

Il contributo delle fonti rinnovabili è previsto in meno del 6% del totale, poichè si considera un incremento (molto) prudenziale del 30% di installazioni FV da qui al 2020. Personalmente ritengo che questo numero potrà essere rivisto al rialzo, perchè la diffusione di FV ad accumulo potrà portare una vera rivoluzione nel campo dell’energia domestica.

Con l’approvazione del PAES si introduce di fatto una nuova contabilità della CO2, accanto alla consueta contabilità finanziaria. I nuovi progetti non dovranno più avere solo copertura di spesa, ma avranno anche un segno “meno” o “più” in base al fatto che riducano o non riducano le emissioni. Gli interventi con il “meno” sarebbero da evitare o quantomeno occorre indicare precisamente in che modo si pensa di compensare le nuove emiccioni in eccesso.

(1) In questo numero non sono incluse le emissioni di origine industriale

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