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Crowdfunding per l’ambiente: 1 milione di dollari in Australia per la commissione climatica

Un mese dopo che il nuovo governo conservatore aveva cancellato la commissione climatica, gli scienziati hanno realizzato una raccolta di fondi record per dare vita ad un organismo di informazione indipendente.

Con un’iniziativa sociale straordinaria 20000 cittadini australiani hanno raccolto nell’arco di un mese un milione di dollari (pari a circa 700 000 €) per mantenere in vita la commissione climatica, che era stata cancellata dal nuovo governo conservatore con la scusa dei tagli di bilancio; in realtà è noto che il nuovo primo ministro Abbott è un convinto negazionista, anche se ha le idee un po’ confuse sulla scienza.

Quella che vedete in alto è una delle ultime schermate di fine agosto del sito della commissione, consultabile attraverso Internet Archive; nei quattro anni di governo dei laburisti ha svolto un importante lavoro di ricerca, divulgazione scientifica, informazione sui cambiamenti climatici e promozione di stili di vita più sostenibili.

Ora, il sito della commissione è stato addirittua messo offline: se digitate “http://climatecommission.gov.au/” trovate solo il messaggio secco “The Climate Commission ceased operation in September 2013.” In questo modo Abbott sperava forse di mettere a tacere la più importante voce ambientalista d’Australia in modo da fare passare una politica più friendly verso le grandi aziende: in luogo di una carbon tax, un generoso piano di aiuto di due miliardi e mezzo alle industrie inquinatrici per ridurre le emissioni di un risibile 5% entro il 2020.

Non ha fatto però i conti con la determinazione  degli scienziati che dirigevano la commissione, che hanno lanciato un fundraising per poter continuare il loro lavoro. Non immaginavano certo un successo di tale portata. La nuova organizzazione si chiamerà Climate Council. La sua missione sarà di fornire un’informazione indipendente ed esperta sui cambiamenti climatici.

E’ un buon esempio per l’Europa e per Italia; laddove non arrivano i governi, i cittadini si possono anche organizzare. Se si crede in qualcosa dopotutto non è un gran sacrificio investirci un po’ di euro.

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