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Clima

Romano Prodi si iscrive al partito fossile delle trivelle

L’ex premier punterebbe ad un poco realistico aumento della produzione del 30%. Dimentica di parlare della cattiva qualità del petrolio italiano, dell’impatto ambientale e del fatto che le nostre riserve di idrocarburi basterebbero si e no per un anno e otto mesi di consumi

La notizia ha quasi dell’incredibile: Romano Prodi, dopo essere stato anni fa un “partigiano di Kyoto” e del fotovoltaico,  si spende pubblicamente per sostenere l’aumento della produzione italiana di petrolio.

L’ex presidente del Consiglio ritiene che sia possibile produrre 22 milioni di tonnellate di idrocarburi in più nell’arco di circa 6 anni (2015-2020): si tratterebbe di un aumento medio di produzione di 3,7 Mtep all’anno, pari ad una crescita del 30% della produzione attuale (1). La previsione appare poco realistica, ma la vera questione è un’altra.

Prodi sostiene che l’Italia è al primo posto per riserve di petrolio in Europa, esclusi i paesi del mare del Nord (anche se evidentemente ha dimenticato la Russia). Sarà anche vero, ma si dimentica di aggiungere che le riserve italiane di petrolio (191 Mt) e gas (49 Mtep), se fossero davvero confermate, sarebbero appena sufficienti per un anno e otto mesi di consumi italiani (2).

Prodi crede davvero che sia necessario devastare ulteriormente l’ambiente della Basilicata o il mare adriatico, per estrarre poco petrolio di cattiva qualità al solo scopo di prolungare l’era fossile di meno di due anni? Sarebbe questo il nostro contributo alla riduzione delle emisisoni di CO2 di cui parla nel video in alto Vittorio Prodi, fratello dell’ex presidente ed europarlamentare?

Si sta paralndo di un piano per lo sviluppo dell’Italia o un pian per tenere in piedi l’ENI e lo status quo?

Perchè invece non rilanciare  le rinnovabili, che attualmente producono già l’equivalente di oltre 20 Mtep all’ anno e ci collocano terzi in Europa dopo Germania e Norvegia? (3)

Chi ha (realmente o mertaforicamente) delle trivelle in mano, può scegliere se continuare a trivellare per poca energia sporca o aprire il proprio business alle energie pulite. E’ una scelta politica; Prodi l’ha fatta (4). E’ auspicabile che i cittadini che hanno a cuore l’ambiente e il futuro ne facciano un’altra.

(1) Nel 2012 la produzione italiana di idrocarburi è stata pari a 12,4 Mtep (5,4 di petrolio e 7 di gas naturale). Fonte BP (anche per le riserve).

(2) Nel 2012 l’ex ministro Passera era uscito con una boutade simile; allora si valutavano le riserve in un anno e mezzo di consumi italiani. Il tempo di consumo è leggermente cresciuto perchè in questi due anni grazie alle rinnovabili sono diminuiti i consumi fossili ed ENI ha rivisto al rialzo le riserve di petrolio. La sostanza dl discorso però non cambia.

(3) Nella valutazione è natuaralmente incluso anche l’idroelettrico

(4) Il sostegno di Prodi ai liberali europei ha evidentemente spostato il centro di gravità dei suoi interessi.

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