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Clima

India, 1200 morti per il caldo record

L’estate indiana inizia a marzo e si conclude a maggio, prima dell’inizio della stagione monsonica

Sono circa 1200 le persone morte a causa della straordinaria ondata di caldo che si è abbattuta sull’India settentrionale e sud orientale, in maniera particolare negli stati indiani dell’Andhra Pradesh e del Telangana, mentre gravi disagi sono segnalati anche in Rajasthan, nell’Utthar Pradesh a New Delhi.

Il bilancio delle vittime sta crescendo di ora in ora. Nell’Andrha Pradesh sono già morte 800 persone e i termometri hanno toccato i 47 gradi, poco più basse le temperature in Rajasthan, Uttar Pradesh e a New Delhi dove quest’oggi le massime arriveranno a 45 gradi. Soltanto nel fine settimana arriveranno le perturbazioni che anticiperanno la stagione dei monsoni mitigando la canicola che sta mettendo in ginocchio gli abitanti delle regioni più aride.

Le stagioni dell’India sono modulate in un inverno brevissimo (gennaio-febbraio), un’estate che corrisponde alla nostra primavera (marzo-maggio), una lunga e piovosa stagione monsonica (giugno-settembre) e un trimestre post-monsonico (ottobre-dicembre).

La zona dell’Andhra Pradesh è fra le più aride dell’India dell’India con una precipitazione media che va dai 400 ai 750 millimetri annui, ma, naturalmente, tutti concentrati nell’epoca dei monsoni. Tanto per farci un’idea, in Italia il record di piovosità spetta a Musi, in Friuli, con 3300 mm l’anno, mentre quello di aridità a Capo Carbonara, in Sardegna dove piovono appena 240 mm ogni dodici mesi.

Ancora più arido è il Rajasthan, la zona desertica situata a occidente, al confine con il Pakistan: qui le precipitazioni sono concentrate in appena tre mesi (da luglio a settembre) e ammontano ad appena 300 mm. Maggio è un mese privo di piogge e questo fa sì che non vi sia alcun elemento per mitigare la canicola estiva. Ecco perché tutti, non solo gli agricoltori, attendono con ansia l’arrivo dei monsoni.

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