Categories: Agricoltura

Consumo di suolo: i danni all’agricoltura

Il suolo fertile impiega secoli a formarsi nei lenti processi di erosione e trasporto fluviale e poche ore ad essere distrutto da un buldozer. Il valore di questo suolo si misura innnazitutto per il cibo che produce anno dopo anno e secolo dopo secolo.

Ogni giorno nell’Unione europea 265 ettari di terreno fertile vengono trasformati in capannoni, strade, svincoli e parcheggi. Di fatto questo terreno è perso per sempre.

Il consumo di suolo degli ultimi sedici anni ha determinato la perdita di una
capacità di produzione agricola equivalente in totale a 6,1 milioni di tonnellate di frumento, circa 14 kg per ogni abitante dell’Unione Europea (a fronte di una disponibilità media pro capite di 100 kg/anno).

Come si può vedere anche dai grafici nella gallery qui sotto, l’impatto del consumo di suolo e delle relative perdite agricole varia molto da nazione a nazione: se Italia, Spagna e Belgio sono sotto alla media, le perdite sono più elevate per la Francia (19 kg pro capite), la Germania (21), la Danimarca (26) e raggiungono valori piuttosto preoccupanti per i Paesi Bassi con 53 kg e per l’Irlanda che ha sacrificato una produzione di ben 93 kg a testa.

Se non si pone un limite al consumo di suolo si inizierà a mettere in crisi la sicurezza alimentare europea. Importare cibo dall’estero significa infatti usare la terra degli altri, ma questa terra sarà sempre meno disponibile in futuro per l’azione congiunta dell’aumento della popolazione, dei cambiamenti climatici (siccità) e della minore disponibilità di energia fossile (meno fertilizzanti, meno rese).

E’ bene intervenire adesso, prima che sia troppo tardi, seguendo l’esempio (e superando) della Germania che   che nell’utlimo decennio è riuscita a dimezzare il suo consumo di suolo.


Perdite agricole per consumo di suolo

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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