Si chiamano Colibris e la loro ascesa nel circuito delle idee d’Oltralpe sta diventando travolgente, ogni giorno di più. Il fondatore Pierre Rabhi, agricoltore, filosofo e saggista francese di origine algerina, sostiene che si debba “dare un’anima alla globalizzazione”  attraverso pratiche di decrescita felice, autosufficienza alimentare e agricoltura di prossimità.

Il Mouvement Colibris ha molti punti di contatto con il nostro Movimento 5 Stelle (dal quale però si distacca per l’impegno indiretto in politica), ma soprattutto con Slow Food (dal quale lo differenzia un maggiore impegno nel campo delle energie rinnovabili e in economia).  

La scorsa settimana il movimento guidato da Rabhi ha presentato Le Plan de Colibris, una sorta di road map “cittadina, politica, alternativa, cooperativa destinata a tutti”, non un programma politico ma una serie di grandi direzioni da intraprendere nei prossimi cinquant’anni affinché la politica sia guidata da una visione di lungo termine.

In un mondo che galoppa verso l’urbanizzazione, il discorso dei Colibris è guidato da due parole chiave: decentralizzazione e sobrietà.

Secondo Rabhi “la politica non è sintonizzata sulla realtà”, una realtà in cui i movimenti dal basso hanno il compito di “incarnare le utopie”, nella speranza che la politica, quella dall’alto, si apra “alle iniziative portatrici d’avvenire che sorgono dalla società civile”.

Perché Colibris? Perché un giorno, dice la leggenda, un incendio arse una foresta e mentre gli animali spaventati osservavano impotenti il disastro, un piccolo colibrì andava alla ricerca di piccole gocce per spegnere le fiamme. E ai grandi animali che gli dicevano che non avrebbe potuto spegnere il fuoco lui rispondeva: “Lo so, ma faccio la mia parte”.

Nell’ultimo anno i 27mila Colibris si sono riuniti nei 27 forum locali e hanno redatto un documento che nasce da un “cervello collettivo” da una riflessione democratica volta al bene comune.

Innanzitutto occorre costruire un’economia alternativa, magari con la creazione e diffusione di monete locali come il Sol-Violette di Toulouse. L’economia va ripensata su scala locale, seguendo esempi virtuosi come Organic Valley che raggruppa 1766 famiglie di contadini con un giro d’affari di 700 milioni di dollari e l’obbiettivo – raggiunto – di preservare uno stile di vista localistico.

Altro punto fondamentale è l’autonomia alimentare, con una drastica riduzione dei pesticidi.

Dal punto di vista educativo i Colibris propongono un’educazione più aperta all’apprendimento dei mestieri e alla valorizzazione dell’intelligenza delle mani. Un progetto educativo che supera i concetti ecologici più diffusi: come dice Pierre Rabhi la questione non è più soltanto “che pianeta lasceremo ai nostri figli” ma “che figli lasceremo al nostro pianeta”.

Lo sviluppo sostenibile, ovviamente, non può non passare attraverso l’indipendenza energetica dai combustibili fossili e la riconversione a sistemi basati, prevalentemente, sulle energie rinnovabili. Una logica che, ovviamente, andrà gradualmente attivata anche nei sistemi di trasporto.

“Le Plan” disegna ampiamente le linee teoriche ma anche le applicazioni pratiche, frutto dell’esperienza del movimento. Tanto per fare un esempio nel corso del 2012 sono stati organizzati 218 piani d’azione locali e realizzati decine di progetti fra cui l’istituzione di una moneta locale a Concameau, un centro agro-ecologico ad Aix-en-Provence, una piattaforma di car pooling in Dordogna, un’associazione per il riciclaggio di tessuti a Lille e una scuola di pedagogia cooperativa nei pressi di Avignone. Una politica nuova che non si limita a distruggere i vecchi schemi, ma ne costruisce di nuovi: qui e subito.

Via Rue89 I Colibris

Logo I Colibris

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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