Rifiuti Roma, la procura si attiva sulla raccolta differenziata

Quanto fatto emergere sulla raccolta dei rifiuti di Roma dai colleghi dell’edizione locale del Corsera è in buona sostanza quanto raccontato da Ecoblog negli ultimi mesi, più volte: la raccolta differenziata con zero credibilità, che si fa a Roma contiene fattori di criticità che, da ieri, sono entrati nelle attenzioni della procura di Roma.

La questione dei rifiuti a Roma è sempre più sull’orlo dell’abisso: se Piergiorgio Benvenuti, ad di Ama (la municipalizzata che raccoglie i rifiuti della Capitale) ripete come un mantra che

nell’area monumentale del centro la differenziata si attesta al 59%, con una media del 38% nel Municipio I. Ama ribadisce con fermezza che tutti i rifiuti differenziati correttamente dai cittadini vengono avviati alle rispettive filiere di riciclo.

dall’altra il Corriere Roma mostra quello che ufficialmente si vorrebbe far passare come un episodio isolato ma che in verità rappresenta una prassi della raccolta rifiuti (come scritto più volte, nel recente passato, proprio da noi di Ecoblog).

Nella foto di seguito, pubblicata due giorni fa dal Corriere Roma, si mostra un camion Ama rovesciare nell’autocompattatore sacchetti di colori diversi, segno evidente che di differenziata in questo caso specifico proprio non si può parlare.

Una foto già vista: l’immagine in copertina infatti risale al 2006 e mostra un altro camioncino Ama per la raccolta differenziata rovesciare il contenuto in un grande autocompattatore (uno di quei dinosauri bianchi che girano per Roma con la fuorviante scritta verde “Raccolta differenziata”). Che quello documentato dal Corsera sia

un episodio isolato

è quindi tutto da verificare. Come da verificare sono, anche questo Ecoblog lo sottolinea da diverso tempo, le percentuali che vengono snocciolate sulla raccolta differenziata, anche a fronte dell’inchiesta aperta dalla procura di Roma dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari, a capo del pool che si occupa di reati ambientali: dall’abuso d’ufficio alla truffa i reati paventati.

Certamente “l’episodio isolato” non va sottovalutato, sopratutto in virtù del fatto che qualora si dimostrasse “la prassi” questa sarebbe un aggravio ulteriore sull’emergenza che rischia di mettere in ginocchio la Capitale. Solo una settimana fa è stata messa l’ultima toppa, con l’attivazione a pieno regime dell’impianto di Tmb di Cerroni, Malagrotta 2, in attesa che quello Ama di Rocca Cencia sia finalmente pienamente operativo.

La Regione Lazio ha inoltre siglato un accordo con l’Abruzzo per il trattamento dei rifiuti eccedenti che nel Lazio non sarà possibile trattare, cosa che con tutta probabilità si rivelerà inutile (ma non dannoso) perchè non necessaria. Resta il fatto che i 60 milioni ricevuti da Ama fino ad oggi sono serviti a poco, come a poco è servito il riassetto imposto dal sindaco nella municipalizzata (ne ha parlato, con prevedibile querela, anche Report nell’ultima puntata): l’aumento costante delle imposte comunali sui rifiuti e l’introduzione della Tares altro non fanno che gettare benzina su un fuoco già da tempo appiccato.

Foto | IlCambiamento

A.S.

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