Meno burocrazia, ma più controlli e senza preavviso, la nuova politica della Commissione Europea in tema di sicurezza alimentare punta alla modernizzazione e alla semplificazione. Il pacchetto delle riforme snellirà la normativa che regola la catena agroalimentare: si passerà da 70 a 5 atti legislativi, diminuiranno le implicazioni burocratiche che rallentano l’attività di agricoltori, allevatori e altri operatori del settore come produttori, trasformatori e distributori. Verranno introdotte sanzioni calcolate sulla base degli indebiti profitti di chi ha violato la legge.
Con 48 milioni di lavoratori e un giro d’affari di 750 miliardi di euro l’anno, il settore aroalimentare è il secondo in Europa. Alla quantità si associano gli altissimi standard per quanto riguarda la sicurezza alimentare e i controlli lungo la filiera produttiva.
Con la nuova normativa la Commissione Europea renderà più efficaci gli strumenti in possesso delle autorità dei singoli Stati Membri per verificare, attraverso controlli, ispezioni e prove, che le normative dell’UE vengano rispettate.
Il progetto prevede l’introduzione di un unico testo legislativo per la disciplina della salute degli animali fondato sul principio per il quale prevenire è meglio che curare: oltre a un sistema comune di sorveglianza, verrà stilata una classificazione e una graduatoria di priorità per le malattie che richiedano un intervento da parte dell’UE.
Per quanto riguarda le piante – il cui valore annuale delle colture è pari a 205 miliardi di euro – le nuove norme alzeranno il livello di guardia nei confronti dei flussi commerciali da paesi terzi e introdurranno meccanismi più efficaci di monitoraggio e di eradicazione precoce dei focolai di nuove specie di parassiti. Nuove regole verranno valutate anche per le sementi.
Il pacchetto di riforme verrà esaminato dal Parlamento e dal Consiglio europei ed entrerà in vigore nel 2016.
Via | Agronotizie
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