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Dalla cicca di sigaretta alla ricostruzione della faccia: cosa si potrà fare con il DNA “abbandonato”?

Ogni giorno, senza nemmeno pensarci, ci lasciamo dietro innumerevoli tracce di noi stessi: capelli, forfora, frammenti di pelle, cicche o mozziconi di sigaretta su cui rimangono tracce di saliva, in altre parole il nostro DNA.

L’artista americana Dewey-Hagborg  ha sviluppato un progetto  sperimentale e provocatorio: sostiene di avere raccolto capelli e sigarette abbandonati in luoghi pubblici, di avere isolato e fatto sequenziare il DNA e per poi ricostruire  con un apposito software ed una stampante  3D  i volti degli incauti sconosciuti che hanno lasciato in giro le proprie tracce.  Alcuni volti ricostruiti sono mostrati nell’immagine in alto. Altri sono disponibili sul sito Stranger Visions.

Non è dato sapere quanto i volti siano verosimili, dal momento che si tratta appunto di sconosciuti, nè quanto sia al momento attendibile la tecnica di ricostruzione facciale. Secondo uno studio olandese, le prospettive sono incoraggianti, ma le variabili in gioco sono ancora troppe per poter avere una reale ricostruzione  di un volto.

Le prospettiva è comunque allo stesso tempo affascinante e inquietante: se da un lato una tecnica simile potrà fornire alla polizia un identikit preciso di ricercati, dall’altra potrebbe significare la fine della nostra più intima privacy: servizi segreti, assicuratori senza scrupoli o ricattatori potrebbero avere accesso non solo alla nostra faccia, ma a tutto il nostro corredo genetico e a informazioni sulla nostra ascendenza e su possiibli malattie ereditarie.

Sono scenari tipici della SF, basti pensare al film Gattaca, oppure a Mutazione pericolosa di Robert Sawyer, ma si stanno avvicinando alla realtà molto più in fretta di quanto immaginiamo.

Le immagini sono tratte dal sito dello Smithsonian Institute, che applica una politica di “no known copyright restrictions”.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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