Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC, le temperature globali sono cresciute, la precipitazioni sono sempre meno prevedibili e gli eventi estremi (inondazioni, incendi siccità) sono sempre più frequenti e andrà sempre peggio se non si tagliano drasticamente le emissioni.
I contadini in vari luoghi del pianeta non potrebbero essere più d’accordo. Varrebbe la pena, una volta tanto ascoltarne la voce.
Bolivia. «Qui i cambiamenti climatici sono già una realtà. Ci sono nuovi parassiti sui raccolti a causa delle temperature più elevate. Abbiamo anche sofferto molto per la mancanza di acqua, dice Alivio Aruqipa, contadino che lavora con l’ONG Agua Sustentable.
Bangladesh: Secondo Saleemul Huq, esponente dell’IIED «l’IPCC conferma ciò che milioni di contadini nei paesi in via di sviluppo sanno già, cioè che l’andamento climatico è già peggiorato. Chi inquina deve riconoscere la sua responsabilità verso le vittime dei cambiamenti climatici»
Pakistan: Essendo un paese in gran parte agricolo, sta soffrendo moltissimo per gli alluvioni devastanti (è il quarto anno di fila) e per le terribili ondate di calore (fino a 50 °C).
Malawi: secondo il Center for environmental pololicy and advocacy la pioggia è sempre più instabile e meno prevedibile, con periodi di siccità e forti precipitazioni che allagano ed erodono il terreno rovinando i raccolti.
Niger: secondo l’ONG Care, i cambiamenti climatici stanno aumentando la siccità nel sud del paese, il che unito alla povertà, alla deforestazione e alla crescita demografica sta creando una vera e propria miscela esplosiva (il Niger è anche un importante fornitore di Uranio)
Africa Subsahariana. Secondo l’ONG Oxfam, i cambiamenti climatici ridurranno la disponibilità di cibo e il problema colpira soprattutto l’Africa dove nel 2050 ci potrebbero essere meno di 2000 kcal pro capite al giorno.
L’elenco potrebbe continuare. La sofferenza dei contadini e delle popolazioni più povere è un motivo in più per ridurre le emissioni e rivendicare la sovranità alimentare.