Dopo la proposta radicale dell’ abolizione della carne, torna l’idea assai più moderata dei lunedì senza carne (meatless monday), diffusa a suo tempo da Paul McCartney e ripresa in Italia anche dalla LAV con i mercoledì senza carne.
Il video qui sopra mostra i benefici effetti in termini di riduzione delle emissioni di CO2 che possono derivare dal ridurre di un settimo i nostri consumi di prodotti animali.
Non si tratta però solo della CO2, perchè la produzione mondiale di carne ha un elevato impatto anche sulla deforestazione, i consumi di acqua e di energia.
Il consumo mondiale di carne è cresciuto esponenzialmente con un tempo di raddoppio di 25 anni, il che significa che negli ultimi 50 anni esso è quadruplicato (dati FAO). Quanto a lungo possiamo pensare che il pianeta possa sopportare questa crescita?
Tanto per dirla tutta, non mangiare carne per un giorno alla settimana è di gran lunga insufficiente dal punto di vista ambientale. Per essere realmente sostenibili, i giorni senza carne dovrebbero avvicinarsi più ai cinque-sei alla settimana (1), ma iniziare a smettere per almeno un giorno è un buon inizio.
(1) Come ho dettagliato nel libro Un pianeta a tavola, possiamo considerare sostenibile un allevamento che faccia uso solo di prati e pascoli non adatti alla coltivazione per uso umano diretto, il che ridurrebbe il consumo a circa il 25-30% dell’attuale. Si tratta quindi di circa 3-4 pasti alla settimana.
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